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LA SCUOLA E IL MUNICIPIO AI RAGGI X

Due importanti opere del centro raccontate con una foto dell’archivio Assogna

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MONTENERO DI BISACCIA. Le foto, si sa, hanno la storia dentro. Non sanno raccontarla, ma mostrarla sì. E a quel punto basta saper guardare e “leggere” attraverso di esse, a patto di avere i fondamentali per decifrare quel contenuto storico e trasformarlo in parole. Quello che proveremo a fare con la foto proposta sopra, raffigurante un corteo matrimoniale in piazza e soprattutto una Montenero di molti anni fa, presumibilmente nei primi anni Sessanta.
Si nota subito che l’edificio delle scuole Elementari, a sinistra nell’inquadratura, era in fase di ampliamento. La struttura era stata concepita già dal primo sindaco del dopoguerra Carlo Caroselli (1946-1952), che ne aveva richiesto il mutuo. L’appalto sarebbe arrivato qualche anno dopo e con un altro primo cittadino, vale a dire Mario Contatore (1953-1956). Da lì la costruzione e l’ampliamento mostrato nella foto.
Altro edificio che si nota è quello municipale, in alto accanto alle scuole. Non aveva ancora il terzo piano, che anni dopo avrebbe causato qualche grana ad amministratori, dipendenti e naturalmente cittadini. Il municipio fu appaltato dal già citato primo sindaco Caroselli, per poi lasciare la prosecuzione dei lavori al successore Contatore, pertanto primi anni Cinquanta. La sopraelevazione col terzo piano sarebbe arrivata a fine Sessanta e, come anticipato, anni dopo avrebbe dato qualche problema.
Già, perché il 25 settembre 1992 un muro centrale del secondo piano (quello visibile in foto) si incrinò pericolosamente e costrinse a sloggiare tutti. Era accaduto che un tipo di laterizio usato a suo tempo nel secondo piano non aveva retto il peso della sopraelevazione e, diversi anni dopo, aveva detto basta. I mattoni erano del tipo chiamato “occhialoni”, celebri per essere trasformati in cantinetta perché adatti a contenere perfettamente le bottiglie di vino, e visibili nel film cult di Dario Argento “Profondo rosso” (la scena è quella in cui il protagonista sfonda il muro che nasconde la stanza con il cadavere ucciso molti anni prima).
Uffici, personale e anche amministrazione comunale dovettero trovare sistemazioni di fortuna, specialmente nella vicina scuola, e l’edificio fu ricostruito pressoché del tutto così come lo vediamo oggi e riaperto qualche anno dopo.

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