MONTENERO DI BISACCIA. “Le sconfitte si accettano” ha detto il candidato a sindaco Fabio De Risio non appena realizzato di aver perso contro Simona Contucci, ieri mattina. Ma le sconfitte, inevitabilmente, si analizzano anche e danno vita a una ridda di interpretazioni, dove certa è solo la conferma della massima di latina memoria: quante sono le teste altrettanti sono i giudizi. E allora perché non cimentarsi anche in questa sede?
La prima considerazione è che un distacco così profondo (57,1 a 42,9) si può ragionevolmente ricondurre a una battaglia persa dall’inizio. Non c’era nulla da fare, in sintesi. Si è parlato di candidato sindaco sconosciuto, inesperto, di lista con parenti di vecchi amministratori (come se scorrendo l’elenco dei consiglieri dal 1946 a oggi, in un paese piccolo, ci sia una sola persona, una, che non trovi un parente, compare ecc.). Verosimilmente un distacco simile non era colmabile e non si può attribuire a questo o quel candidato. Si potevano recuperare decine di voti, non cinquecentosettanta su meno di quattromila schede effettivamente valide.
Se fra i candidati della lista vincente si è visto un certo nervosismo, comprensibile data l’inesperienza, lo stesso non può dirsi per i maggiorenti rimasti all’apparenza fuori dalla disputa. All’apparenza perché non si è ricandidato nessuno degli uscenti, a parte la sindaca Simona Contucci, ma c’erano eccome, hanno fatto propaganda eccome, hanno vinto eccome. Perché l’altra considerazione da fare è che aveva torto chi dava per finito, politicamente, l’ex sindaco Nicola Travaglini. Dopo la débacle alle regionali di due anni fa, è evidente che ha ancora seguito. Idem per gli altri esponenti storici del centrodestra locale.
Simona Contucci diventa così il primo sindaco donna di Montenero di Bisaccia. Una novità salutata con diffuso favore e votata. Ha vinto al termine di una campagna elettorale più social del passato, segno dei tempi, ma che a conti fatti non pare aver influito più di tanto, in un caso e nell’altro. Avrebbe vinto anche senza campagna elettorale, senza comizi e senza confronti filmati.
Fabio De Risio invece, dopo i complimenti all’avversaria, è stato visto montare in sella e partire in bicicletta. Sport scarica tensione come nessun altro, anche perché permette di allontanarsi parecchio e scegliersi il paesaggio migliore per disperdere i propri pensieri anche nei momenti difficili.
Dal canto della minoranza, vale la pena di capire quanto sia importante creare un gruppo coeso e stabile. Nicola Travaglini dieci anni fa è diventato sindaco per una frattura in seno all’allora maggioranza, ma veniva da un altro decennio di opposizione continua e sempre nello stesso gruppo (sia pur con qualche cambio di casacca che già allora capitava). Invece il centrosinistra, dopo le prime fratture di fine anni Dieci, si può considerare evaporato, dissolto, scaduto ben prima di questo 2020. E al suo posto non si è nemmeno abbozzato un gruppo unico di minoranza stabile, capace di affrontare una traversata nel deserto lunga cinque anni, come disse un Berlusconi d’antan, e presentarsi alle elezioni improvvisando il meno possibile.
Chi fra dieci anni vorrà sfidare il successore di Simona Contucci farebbe bene a tenerne conto.