L'intervista ai candidati monteneresi alle regionali: Nicolò Cavedo

L'esponente di Costruire democrazia: i precedenti governi molisani, tutti di destra, hanno fallito, è il momento di invertire la rotta

La Redazione
12/06/2023
Politica
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MONTENERO DI BISACCIA. Comincia oggi la serie di interviste a ognuno dei sei candidati monteneresi alle elezioni regionali molisane del 25 e 26 giugno. Interviste che prevedono un format molto simile e che saranno pubblicate con ordine casuale, per esempio in ordine di arrivo. Oggi cominciamo con Nicolò Cavedo, candidato nello schieramento di centrosinistra (Roberto Gravina candidato presidente), con la lista Costruire democrazia.
Nicolò Cavedo è da anni impegnato in politica, candidato anche alle comunali un paio di volte, cosa l'ha spinta verso questo salto di qualità con la candidatura alle regionali?
"Sono un appassionato amante del mondo della politica, già da quando avevo 15 anni col mio impegno nei Giovani dell'Italia dei valori, ecco perché ho colto questa proposta per questa tornata elettorale con lo stesso spirito battagliero delle scorse elezioni amministrative. Convinto dal fatto che a livello regionale ci sia nient'altro che la riproposizione di quello che avviene anche nel nostro comune e cioè un modo di amministrare e di fare politica maldestro, utilizzando il ricatto e il clientelismo per poter arrivare ad avere tra le mani gestione della cosa pubblica. Quindi mi sono convinto che sarei dovuto essere della partita con una lista apartitica fatta di persone con valori comuni per arginare quello che il centrodestra sta proponendo a livello locale e livello regionale: il nulla o al massimo l'arricchimento tramite incarichi e cariche dei soliti capibastone a cui né il Molise né i molisani stanno a cuore. In più credo sia giusto che a sinistra dello scacchiere politico montenerese gli elettori possano scegliere anche chi ha, come me, a cuore i veri valori della sinistra. Sempre dalla stessa parte".
Guardando agli ultimi anni, in Regione Molise ha vinto di più il centrodestra, pensa che stavolta possa cambiare il vento? Perché?
"Guardando agli ultimi anni credo che abbia vinto non di più, ma sempre il centrodestra. Dato che personalmente reputo il Governo Frattura una naturale prosecuzione dei Governi regionali precedenti a guida Iorio. Ecco perché sono convinto che il vento sta cambiando perché finalmente siamo davanti ad un elettorato consapevole di ciò che è stata la campagna di destra in Molise e di chi ovviamente sono le responsabilità di questo sfacelo. Non abbiamo un indicatore uno che possa raccontare in maniera positiva questa ventennale esperienza a destra. La disgregazione della nostra regione è sotto gli occhi di tutti ecco perché sono convinto che sia chi si è sempre presentato alle urne e ancora di più chi spesso le ha snobbate a causa dello sconforto, questa volta sia convinto in maniera decisa nel darci fiducia per provare a far invertire rotta alla nostra regione diretta al momento a tutta velocità verso un dirupo senza fine".
Tre temi di competenza regionale su cui ha fallito Donato Toma e su cui ritiene che un nuovo governo di centrosinistra dovrebbe intervenire con urgenza.
"È riduttivo parlare di soli tre temi data la portata enorme del disastro che siamo pronti ad ereditare e controvertere. Sicuramente, come tutti i candidati di tutti gli schieramenti diranno, Donato Toma ha fallito enormemente sul tema della sanità, fin troppo facile fargliene una colpa ma tant'è che la nostra è una delle poche regioni sotto la soglia minima dei livelli essenziali di assistenza, con liste d'attesa infinite, reparti che continuano a chiudere nei vari nosocomi e addirittura reparti di emergenza oncologica senza personale. Questo il disastro che ci lascia Toma e che la sua stessa giunta in caso di rielezione e pronta a proseguire e perseguire.
Per quanto mi riguarda ha fallito anche sulla questione dell'autonomia differenziata, non prendendo posizione con un deciso diniego, fornendo un assistenza enorme al governo nazionale e facendo un favore alle regioni del nord pronte definitivamente a vederci soccombere. Ecco, nessuno ne parla, ma sono convinto che se vincesse il centrodestra saremmo condannati a subire gli effetti della nuova legge (che necessita di altri passaggi parlamentari) sul regionalismo differenziato che lo stesso Toma ha avallato definendola una questione fattibile, quando in verità sancirebbe la nostra totale fine sul piano economico sanitario e sociale.
Ultimo fallimento, ma non per importanza, quello relativo allo spopolamento giovanile che questa regione sta subendo da oltre un ventennio e che con il Governo Toma non ha fatto che accentuarsi. Ecco questo è il fallimento che ritengo più grave, senza capitale umano questa regione perderebbe definitivamente la sua ragione di esistere e questo è uno dei temi principali di cui mi sto occupando e di cui mi vorrò occupare. I giovani e le nuove generazioni non possono essere condannate all'espatrio.
Bisogna far invertire il trend, programmando delle politiche specifiche per attuare tutte le misure necessarie per dare un futuro a questa terra partendo dai giovani, ad esempio riuscendo finalmente ad intercettare i benedetti fondi europei, come ad esempio garanzia giovani, oppure fondi statali come resto al sud, insomma informare e formare per non far scappare e far tornare chi è andato via. Specialmente quelle persone laureate con un bagaglio tecnico e umano che non possono far altro che far bene a questa regione , cercando in tutti i modi di posizionare queste risorse nei principali campi strategici, insomma abbiamo giovani che ricoprono cariche importanti in multinazionali di primissimo livello, facciamoci aiutare anche da loro e paghiamoli profumatamente".
Non sono pochi a dire che sarebbe meglio riunificare il Molise all'Abruzzo, come prima del 1963. Cosa ne pensa, ha ancora senso una regione così piccola?
"Credo che la difesa dell'autonomia regionale sia di fondamentale importanza per ovvie ragioni, ma allo stesso tempo credo che una regione tecnicamente fallita con circa mezzo miliardo di euro di debito dovuto principalmente alla malagestione della sanità sia obbligata a dare risposte serie e veloci sia a Roma che ai suoi cittadini, per fare in modo di far partire una stagione di riforme che possa farci tornare credibili agli occhi del governo centrale. Ecco perché la politica svolgerà un ruolo fondamentale perché solo con una risposta seria ed efficace su riforme strutturali che possano far alzare la testa alla nostra regione e solo con elementi forti da spendere nella conferenza tra stato e regione si può credere di salvare una terra vicinissima alla definitiva capitolazione. Insomma credo che se nei prossimi cinque anni come centrosinistra non saremo in grado di invertire la rotta praticamente su tutti i campi di interesse, economico sociale sanitario strutturale e abitativo, sia giustificato, dal punto di vista tecnico morale e di onestà intellettuale, un tentativo di apertura di una partita con Roma per fare pressing affinché il parlamento unito possa modificare la legge costituzionale che permetterebbe alle due regioni di tornare insieme. Questa ovviamente è un'ipotesi che spero riusciremo ad evitare governando finalmente in modo degno la nostra regione.
È noto che un candidato conta in particolar modo sui voti del suo paese. A Montenero siete ben sei candidati, su poco più di seimila abitanti, di cui quattro nel centrosinistra in appoggio all'aspirante presidente Roberto Gravina. Secondo un'opinione diffusa questo può tradursi in eccessiva dispersione dei voti e di conseguenza nessun eletto. È così?
"Siamo in quattro, ognuno con le sue specificità, ognuno con i suoi pregi e difetti. Starà al popolo montenerese decidere se sia il caso di disperdere o meno il voto, ma una cosa è certa, siamo in quattro e siamo pronti ad aprire una nuova e significativa stagione che ci permetta tra poco più di due anni di presentarci in coalizione pronti e preparati per ridare a Montenero un amministrazione di centrosinistra che sempre bene ha fatto in passato. Spazzando via definitivamente la stagione più buia che il nostro comune vive e ha vissuto negli ultimi venti anni.
Concludo dicendo che provo enorme rispetto per le mie alleate e per le altre due ragazze candidate nello schieramento di centrodestra, ma allo stesso tempo non posso non ammettere che chi ha voglia di votare a sinistra probabilmente non esiste un candidato che ha dimostrato di esserlo come me".

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