South Beach: rivoluzione alla marina di Montenero?

Il super progetto e le analogie col passato, finanche con un aeroporto

Rossano D'Antonio
08/04/2021
Attualità
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MONTENERO DI BISACCIA. Si farà o finirà in un nulla di fatto sulla scia del Galaxy One di trentaquattro anni fa o del villaggio turistico del 2003? Impossibile dirlo al momento, ma è certo che il progetto South  Beach va ben oltre le dimensioni di tutti i precedenti storici e sta già facendo discutere. E lo fa, tanto per cambiare, dividendo i sostenitori dai detrattori. Limitatamente a quest’ultimo fattore, non è certo una novità alla marina di Montenero.
Il mega investimento, ben tre miliardi di euro, seimila i posti di lavoro stimati, riguarda un complesso turistico-residenziale che gli investitori vorrebbero realizzare a sud del fiume Trigno. Si tratta dell’area rimasta allo stato selvaggio, centro esatto del golfo che si estende da Vasto a Termoli, a metà di un paesaggio perfetto per fotografie d’autore e di un microclima intermedio fra il temperato umido dell’Abruzzo e quello più secco della Puglia. I dettagli del progetto saranno oggetto di approfondimento nei prossimi giorni, al momento basti anticipare che l’opera è colossale, con prevista edificazione di 4,7 milioni di metri cubi su 150 ettari di litorale e addirittura lo spostamento della Statale 16. Si ipotizza infine anche un aeroporto, infrastruttura che in loco, per scopi tragicamente diversi, c’è già stata, come vedremo.
Oggi vorremmo quindi soffermarci agli aspetti storici recenti della zona costiera di Montenero. Perché non è certo la prima volta che grossi investitori vi puntano gli occhi. E così, aprendo lo scrigno che racchiude gli avvenimenti marittimi del centro bassomolisano negli ultimi decenni si scopre che, almeno da metà anni Ottanta, ogni volta che si tocca, o si prova a toccare quell’area si scatenano le polemiche. Qualche volta a farle è stato persino chi a suo tempo pensò quegli interventi, ma tant’è.

Galattica speculazione oppure occasione persa?
Il Galaxy One, accennato in apertura, fu uno dei mega progetti presentati. Correva il 1987, nel pieno degli edonistici anni della Milano da bere, della seconda macchina per famiglia (almeno a Montenero) e dell’Italia di Craxi quinta potenza mondiale. A Montenero c’era una maggioranza anomala da due anni, fatta dal Partito comunista italiano e dalla lista civica Spiga (costola dissidente della Democrazia cristiana locale). All’epoca quasi tutta la marina di Montenero era una distesa di “cannucce”, in pratica non c’era nulla a parte sporadiche strutture turistiche edificate dieci se non venti anni prima. Il Galaxy One prevedeva sale conferenza, centro fieristico permanente e, attenzione, un cavalcavia. Quest’ultimo sarebbe arrivato soltanto 18 anni dopo e per mano di altri; tutto il resto sarebbe presto finito nel dimenticatoio, non prima di aver scatenato una crisi amministrativa che divise i compagni del Pci dai democristiani della Spiga. I primi contrari perché temevano una galattica, è il caso di dire, speculazione; i secondi favorevoli perché vedevano nel Galaxy l’occasione da non perdere per iniziare lo sviluppo di quel tratto di mare che non accennava a decollare, proprio mentre San Salvo faceva affari d’oro appena oltre il confine.
Oggi a Montenero quasi nessuno conosce la storia breve quanto travagliata del Galaxy One e persino la crisi Pci-Spiga (poi rientrata) è roba da appassionati di storia locale. Resterà per sempre la domanda se con quel progetto lo sviluppo della marina di Montenero sarebbe iniziato nel 1987 anziché nel 2004 come poi avvenne.

Il villaggio turistico mai visto
Se ne parlò in Consiglio comunale nel 2003: per la prima volta qualcuno voleva investire nell’area sud del Trigno, in contrada Marinelle. La stessa zona del South Beach di questi giorni, ma il villaggio turistico diciotto anni fa avrebbe interessato solo tredici ettari. Condizionale d’obbligo, come si dice, perché poi quell’opera non vide mai la luce. Quel terreno a ridosso di una spiagga sempre più risicata a causa dell’erosione, avrebbe prodotto ancora per anni gustosi asparagi ivi coltivati dal proprietario.

L’aeroporto c’è già stato…
“A soli 4 km dall’area dell’intervento esiste un’enorme area, circa 300 ha. Tale superficie è progettata per un aeroporto”. Così si legge nella relazione del South Beach e, sempre per chi si diletta in storia locale, non può che tornare in mente l’aeroporto militare che durante la Seconda guerra mondiale realizzarono proprio lì gli Alleati (lungo la Statale nel tratto Mergolo-ponte sul Trigno). La base si chiamava Cutella e vi decollarono molti bombardieri destinati a svuotare il loro tragico carico su città italiane più a nord. Ad esempio il 25 aprile 1944 partirono da Montenero alla volta di Umbertide, in provincia di Perugia, che aveva l’unica colpa di avere un ponte sul Tevere ritenuto strategico. Ci furono morti e distruzione.
L’aeroporto del South Beach, sempre che veda la luce, dovrebbe essere localizzato poco distante da Cutella.

Chissà se il progetto attuale, di dimensioni mai viste non solo in loco ma probabilmente nel raggio di centinaia di chilometri, vedrà la luce. Occorre d’altronde una serie di autorizzazioni da molti enti diversi. Dal canto suo l’attuale sindaca Simona Contucci si dimostra favorevole, in continuità con l’amministrazione del predecessore Nicola Travaglini, col quale era alleata in giunta. Diversamente sarà un revival del Galaxy One, ma senza crisi amministrativa e con un mondo profondamente cambiato da quel 1987. Anche alla marina di Montenero, nonostante tutto.

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