MONTENERO DI BISACCIA. Passeggiare tra i vicoli durante la festa del borgo e notare uno spaccato di inedita cultura, non può che far piacere. Con la pandemia che ha mollato un po' la presa e con essa il desiderio collettivo di rivedersi, muoversi e riapropriarsi dei propri spazi, ha sicuramente destato interesse la festa del borgo di Montenero, dove tra musica, canti, balli, tradizioni locali, teatro e varie scene nel paese vecchio, si è trascorsa una serata distesa e serena. Erano emozioni che fino a due anni fa riempivano i nostri cuori con un coinvolgimento minore, ma evidentemente il Covid 19 è riuscito a farci apprezzare anche ciò che per tanto tempo abbiamo considerato troppo scontanto, se non superfluo. Un vanto quindi va agli organizzatori, che hanno sicuramente saputo gestire luoghi e spazi, curando luci, colori e sapori; amministratori locali, pro loco e volontari laboriosi, hanno centrato l'obiettivo senza dimenticare le normali restrizioni a tutela della incolumità , il tutto con poco, senza sfarzi, insomma alla molisana maniera. Aggregazioni che ridanno ossigeno ad una comunità che recupera il passato, i ricordi, che si riappropria in qualche caso della propria identità in via di smarrimento (come gran parte della attuale società del terzo millennio), anche e specialmente con le piccole cose, le quali alla fine sono particolarmente apprezzate per la semplice genuinità . Ecco, da questi valori dobbiamo trovare gli stimoli per creare i presupposti per amalgamare una Montenero che difende le sue peculiarità come il centro storico. Quella pacatezza ed eleganza che forse non fa notizia, ma che accarezza un Comune che finalmente respira, tutto unito, che riconquista le diverse generazioni in quella parte del paese, la più caratteristica e la più importante. Mi piace a tal riguardo ringraziare, anche Pino Chiappini che ha inteso regalare un momento di approfondimento culturale nell'uscio della sua abitazione. Uno spaccato di riflessione e sentimenti di pura tradizione locale si sono espressi con la soave lettura delle poesie dello storico Emilio Ambrogio Paterno, accanto alla chiesetta del Carmine, aperta, illuminata, con i fedeli a custodirne i valori. A cinquant’anni dalla sua morte, è stato utile e piacevole ricordare l’illustre figura del famoso letterato che con il suo prezioso operato, ci ha lasciato in eredità frammenti editi e inediti di ricordi, storia e poesia, di caratteristica fattura poiché in lingua dialettale. Nei versi anche e soprattutto personaggi e storie di vita locali. La sua casa, in ricorrenza delle due sere, si è resa testimone di quanto interessante e accogliente possa essere, poter volgere lo sguardo indietro per riuscire ad apprezzare e provare a comprendere il presente. Complimenti anche alle ragazze che hanno letto i lavori del Paterno, con un abbigliamento consono al momento, creando una cornice interessante ai passanti che ovviamente incurositi, hanno riscoperto e chissà forse rivalutato, un lato del Paterno che probabilmente conoscevano un po' meno.