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Vincenzo Cimino: pronto a scendere in campo alle regionali

Il presidente dell'Odg Molise ha puntato l'indice sulla disattenzione verso la categoria dei giornalisti ed ha annunciato la volontà di "agire in prima persona"

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CAMPOBASSO. E' giunta l'ora di scendere in campo in prima persona. Ha il sapore del j'accuse ed è una chiara indicazione che fra qualche mese sarà della partita per le elezioni regionali. Le dichiarazioni del presidente dell'Ordine dei giornalisti Molise,  Vincenzo Cimino, non lasciano molto spazio alla fantasia. L'occasione arriva con l'inaugurazione della nuova sede dell'Ordine, a Campobasso. Una conquista definita storica, per la quale il presidente non ha certo nascosto soddisfazione e un pizzico di orgoglio. Presenti il gotha politico regionale e non solo, dal presidente della Regione Donato Toma a Clemente Mastella, passando per giornalisti, sindaci, rettore dell'Università, esponenti dell'Ordine dei giornalisti nazionale ecc.
Difficile, tuttavia, che i politici presenti, soprattutto facenti capo alla Regione Molise, immaginassero cosa li aspettasse. Cimino nel suo discorso ha puntato l'indice sulla totale mancanza di attenzione verso la categoria, che non avrebbe futuro alle condizioni attuali. Dagli articoli pagati due euro alla scomparsa dei giornali e delle edicole, passando per comunicati che pretendono di sostituire "l'opera di un giornalista". Perché "una stampa audace e libera è ricchezza per tutti". Da qui la richiesta di maggiore attenzione dai politici presenti, alle cui "coscienze da 8, 9 e 13mila euro al mese" sarà da addebitare l'eventuale "nostra disfatta".
In chiusura l'annuncio che è difficile leggere diversamente da una volontà di candidarsi. "Per questo motivo è giunta l'ora di agire – le parole di Vincenzo Cimino -. Agire a tutela della categoria. Ebbene sì, io ho sempre difeso i colleghi, in ogni situazione. In ogni contesto. Giornalisti eroi in una terra infelice, povera ma dignitosa. Beh, se sarà necessario scenderemo in campo in prima persona".
A precisare meglio il concetto la chiosa nel discorso del presidente dell'Ordine dei giornalisti: "grazie per questa emozione che mi trasmettete e grazie anticipate per il sostegno che immagino mi darete tra qualche mese". Quel fra qualche mese è difficile non interpretarlo come le elezioni regionali. Un annuncio che creerà qualche scompiglio nella sua Montenero di Bisaccia, si può supporre, dove si parla di una candidatura del consigliere di minoranza Fabio De Risio (M5s) e si vocifera da mesi sulla discesa in campo della stessa sindaca Simona Contucci. L'interessata ha negato più volte, fino a pochi giorni fa, ma ha annunciato che la maggioranza esprimerà un candidato. Da verificare l'annuncio di Cimino che effetti avrà.
Di seguito il testo integrale del discorso tenuto da Vincenzo Cimino nel convegno presso l'aula magna dell'Università del Molise dopo l'inaugurazione della sede dell'Odg Molise.
<<Sorvolando sull'impegno notevole, che la realizzazione di questo progetto ha comportato, tuttavia dobbiamo avere il coraggio e la forza di guardare avanti. Abbiamo una casa, ora dobbiamo riempirla: è impensabile costruire una scuola senza alunni, un ristorante senza coperti, una chiesa senza fedeli. Stamattina dunque abbiamo festeggiato, da domani si fa sul serio: ed in che modo? Incalzando.
In un celebre film western: I cancelli del ciclo, si ribadiva un concetto che mi piace riproporre: non dobbiamo mai smettere di perseverare. E con chi dobbiamo insistere? Beh, sicuramente con la classe politica. E' incredibile come non ci sia spazio adeguato in Molise, come in Italia, per il settore della stampa, nelle varie istituzioni pubbliche. Nella concretezza dell'oggi, ci troviamo di fronte, noi giornalisti, ad un futuro senza bandi di concorso per opportunità lavorative, senza speranza di spazi operativi professionali. Spesso, poi, i pochi tra noi, che resistono aggrappati a deboli maglie lavorative, sono anche sottopagati. Articoli pagati 2 euro, quando una badante ne prende 8. Mi chiedo come si possa contrattualizzare un giornalista con 3/400 euro al mese: sembra quasi che nessuno di voi abbia mai fatto la spesa, o chiamato un idraulico, un elettrauto, un imbianchino, un piastrellista. Vi sembrerà strano ma anche i giornalisti vanno dal dentista ed è mortificante che un'inchiesta sia pagata meno di panino con la pampanella".
Ci rivolgiamo dunque a voi che, con la vostra presenza, avete manifestato sicuramente sensibilità per la nostra professione, a voi che ci amministrate e rappresentate, affinché ci offriate una tangibile opportunità di crescita e di sviluppo. In caso contrario la nostra disfatta sarà addebitabile alle vostre coscienze, coscienze da 8, 9 e 13 mila euro al mese. Credo sia inutile ricordare che c'è sempre ed ovunque necessità di scrittura e comunicazione. Una stampa libera, audace e operosa è ricchezza per tutti. Ad oggi sembra, non solo per chi vi parla, che la posizione dei giornalisti nella nostra regione sia sempre più critica, le sue esigenze accantonate e le relative criticità sempre più problematiche. Per non parlare dei quotidiani: ma non si acquistano nemmeno i quotidiani, chiamiamoli "di rito", da parte di enti regionali preposti alla gestione politica e culturale di tutti, sono scomparse persino le rassegne stampa nei vari gruppi, assessorati, partiti e via discorrendo.
In questa regione rischiamo di perdere anche la diffusione dei giornali nazionali per via della distribuzione e del rincaro carta. In molti paesi sono scomparse le edicole e i giornali non arrivano da anni. E la politica che fa? Non trova soluzioni adeguate. O magari se ne approfitta: comincio a pensare anche a questo.
E non mi piace nemmeno la graduatoria dei primi 100, la famosa griglia delle tv, con criteri discutibili e privati, a cura del Mise. Non mi piace. Non mi piace nemmeno il giochetto che fate con i portavoce con i soldi pubblici o con quei sindaci che si autocelebrano sostituendosi ai giornalisti. In pratica si scrivono i pezzi da soli, fanno post, video, grafica: abbiamo dei sindaci talmente audaci che commettono il reato di esercizio abusivo della professione.
Che l'arca culturale, nel nostro paese, sia carente, è cosa nota, però, noi giornalisti siamo ancora, come sempre, la voce di tanti, siamo coloro che rivendicano diritti dimenticati, che indicano necessità di risoluzioni nei problemi, criticità stringenti; a volte siamo anche quelli che comunicano passi di crescita ed opportunità di sviluppo. In pandemia siamo stati indispensabili. Quando eravate a casa costretti sul divano e il pc acceso, ad ascoltare le news su tamponi, vaccini, guanti, colori rosso e bianco delle varie regioni, chiusure, aperture, cittadini morti, vivi, resuscitati, fake news, infodemia, speculazioni. Siamo stati la vostra salvezza, senza vaccini siamo stati buttati nella mischia, allo sbaraglio. Non me ne vogliate, ma gli assistenti alla poltrona sono stati vaccinati, i veterinari vaccinati perché nel comparto medico, i giornalisti no. I medici in pensione facevano carte false per avere l'Astrazeneca o il Pfizer, e noi giornalisti stavamo in mezzo alla strada con le mascherine pagate con le nostre tasche.
Quando un'azienda è in crisi, quando lavoratori indicono uno sciopero, quando si ha la necessità di sensibilizzare l'opinione pubblica, da chi andate? Dai giornalisti.
Bene. E i giornalisti da chi vanno quando sono loro i primi ad essere precari e mal pagati? Ma com'è possibile tutto ciò se non viene lasciato neanche quello che è lo spazio legittimo per operare?
Non mi piace la realtà in cui mi trovo. Stiamo andando indietro e non fate finta di non vedere o non sapere. Parlo, per esempio della presenza prevista per gli addetti stampa, inesistenti spesso nelle sedi più ovvie, negli enti regionali, nei comuni, province, nelle sedi dei partiti, nelle agenzie culturali e di socializzazione, nelle asl, nelle aziende. Oppure siamo ridotti a credere che possa, l'opera di un giornalista, essere sostituita da una comunicazione scarna di un comunicato, parente prossimo di un verbale condominiale? Come si può coinvolgere la cittadinanza? Dove e come noi giornalisti possiamo esercitare la nostra professione, offrire le nostre competenze, le nostre energie se gli enti preposti alla gestione pubblica non si rivolgono a noi nemmeno per comunicare con la popolazione, per una giusta interpretazione, per una crescita critica e culturale di tutti? Nel rispetto collettivo, mi sono sentito in dovere, tuttavia, e persino obbligato ad esprimere alcune osservazioni, che non sono solo le mie, ma di ognuno dei colleghi che il nostro ordine è chiamato a tutelare ed a rappresentare. Questa nostra sede perde quasi ragion d'essere se la categoria che rappresento continuerà a perdere pezzi. E sarà una sconfitta sociale per tutti e tutti ne sarete complici.
Per questo motivo è giunta l'ora di agire. Agire a tutela della categoria. Ebbene sì, io ho sempre difeso i colleghi, in ogni situazione. In ogni contesto. Giornalisti eroi in una terra infelice, povera ma dignitosa. Beh, se sarà necessario scenderemo in campo in prima persona.
Ecco, nel ringraziarvi per la pazienza vi saluto, abbracciandovi simbolicamente. Grazie a coloro che mi hanno consentito di lavorare, grazie a coloro che mi hanno consentito di prendermi queste belle soddisfazioni, grazie per questa emozione che mi trasmettete e grazie anticipate per il sostegno che immagino mi darete tra qualche mese>>.

Il servizio di Telemolise sull'inaugurazione della sede dell'Odg Molise

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