Partecipa a Montenero Notizie

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Monte Freddo diventerà sito di interesse culturale particolarmente importante

La Soprintendenza ha avviato la procedura. L'area sita in agro di Montenero di Bisaccia importante nodo della via dell'ambra duemila anni prima di Cristo

La Redazione
Condividi su:

MONTENERO DI BISACCIA. Non fosse stato per gli scavi del metanodotto probabilmente non ci si sarebbe mai accorti di avere un patrimonio archeologico sotto i piedi, o meglio sotto l'aratro. Per giunta in una parte di agro sì ameno, ma certo non blasonato come i terreni più vicini al mare. A sancirlo un documento appena protocollato in Comune e redatto dalla Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio del Molise: località Monte Freddo si appresta a essere dichiarato sito di interesse culturale particolarmente importante. Il tutto, come accennato, iniziato a seguito delle scoperte archeologiche, del tutto casuali, fatte durante agli scavi per il metanodotto Sgi Larino-Chieti. "A luglio del 2017, a circa 2,5 km a sud del moderno abitato, in località Monte Freddo – si legge nella relazione tecnico-scientifica della Soprintendenza -, sono state individuate le prime emergenze archeologiche che hanno portato, attraverso i successivi scavi realizzati in più fasi tra il 2017 e il 2022, ad indagare parte di un importante ed esteso sito pluristratificato che copre un arco cronologico compreso tra l’età eneolitica e l’età ellenistica".
In altre parole, l'altopiano di contrada Sterparone oggi offre un panorama da cartolina che spazia dalle isole Tremiti a Puntapenna, in un tempo molto remoto ha ospitato insediamenti abitativi di un certo pregio. Lo dimostrano gli scavi fatti dagli esperti subito dopo i primi ritrovamenti. In particolare si è scoperto che l'area comunemente chiamata Monte Freddo è stata popolata nell'età eneolitica (III e II millennio avanti Cristo), nell'età orientalizzante e arcaica (VIII e V secolo A. C.) e infine nell'età ellenistica (IV e III secolo A. C.). Tra un periodo e l'altro, è specificato, vi sono state fasi di abbandono dell'area, che si trova a circa 400 metri di altitudine, per una superficie di circa 6000 metri quadri. La localizzazione è a confine con il territorio di Tavenna, a sud dell'abitato di Montenero.
Fra i ritrovamenti, riferiti ai tre periodi di popolamento, spiccano muretti, tombe (75 in tutto), resti di defunti, oggetti di ogni genere, in qualche caso materiali di pregio, per esempio l'ambra. "La presenza di numerosi materiali realizzati con questa ricercata resina fossile – è riferito sempre nella relazione - sottolinea l’elevato rango sociale della defunta e testimonia come l’area di Montenero di Bisaccia fosse inserita all’interno degli scambi e dei traffici commerciali che, attraverso le vie dell’ambra, trasportavano questo prezioso materiale dal Mar Baltico e dal Mar del Nord in tutto il bacino del Mediterraneo già a partire dal II millennio a.C.".
La zona collinare più interna di Montenero era pertanto il fulcro di "uno scambio commerciale dinamico, favorito dalla vicinanza alle vie di percorrenza che collegavano il Molise all’Abruzzo, alle Marche ed alla Puglia". 
La Soprintendenza ne desume che il sito di Monte Freddo abbia un "importante valore archeologico". Il che si traduce in prescrizioni riguardanti soprattutto la lavorazione dei terreni agricoli. In particolare si consente un'aratura non più profonda di venticinque centimetri, "mentre ogni altro intervento da eseguirsi, anche minimo, che preveda modifiche all’aspetto esteriore dei luoghi o movimentazione del terreno, dovrà essere sottoposto a preventiva valutazione da parte dei competenti uffici preposti alla tutela del patrimonio culturale (…) in quanto potrebbe danneggiare le importanti testimonianze archeologiche presenti in giacitura", conclude la relazione.

Condividi su:

Seguici su Facebook