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Recintare i bambini ai giochini? Le foto storiche mostrano come sarebbe

Le foto e la ricostruzione dell'inferriata che dagli anni '30 ai '50 chiuse la villa comunale. Adesso l'amministrazione comunale vuole chiudere l'area dei giochini: per tutti un'ora d'aria

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MONTENERO DI BISACCIA. Per il momento l'intenzione è di limitarsi a recintare i bambini quando giocano, ma per avere un'idea di come potrebbe essere, se messa in atto l'idea di proteggere da non si sa cosa rinchiudendoli, vengono in aiuto le foto storiche. In particolare quando la villa comunale era recintata per l'intero perimetro.
L'idea di recintare il parco giochi in piazza, all'interno della parte inferiore della villa, è dell'amministrazione comunale (odierna, è inteso). Qualcosa che va a braccetto con la dottrina del lucchetto, quella che voleva/vorrebbe chiudere tutti i campetti aprendoli solo su prenotazione. Il recinto ai giochini è finora qualcosa solo annunciato sulla pagina Facebook "Simona Contucci sindaco", vien da supporre che sia d'accordo il resto della maggioranza, sebbene ultimamente i mal di pancia siano cresciuti di intensità.
Parrebbe non esserci ancora niente di concreto, nessun progetto, o almeno non si sa. Ma se nessuno ha detto che l'idea è ritirata, è lecito pensare che si voglia ancora rinchiudere, pardon recintare i bambini mentre giocano in piazza. E allora, per avere un'idea di come sarebbe e fatte le dovute proporzioni, ecco una serie di foto storiche in cui si vede com'era la villa comunale quando era recintata.
Occorre chiarire che la villa comunale, costruita nel primo Novecento nella sua primordiale versione, non è nata con il recinto. Esso è stato piazzato negli anni Trenta, con ogni probabilità nel 1934, stando a quando scritto anni dopo sul cancello in occasione della posa del monumento ai caduti.
Ed ecco il recinto in tutto il suo "splendore" durante i venti e poco più anni di attività, durante i quali – vale la pena di notare – nessuno entrava nella villa comunale. Basta guardare le foto, avevano timore anche solo di appoggiarsi a quella ringhiera appuntita. La villa era una sorta di bomboniera, qualcosa di bello da guardare soltanto, possibilmente non troppo, visto mai che non si rovinasse anche solo così. Vien da supporre che era aperta almeno durante i concerti bandistici, poiché al centro della struttura fu edificata una cassa armonica permanente.
Ergo, si approfittò di una ristrutturazione che abbellì e arricchì la villa per chiuderla. C'era il podestà durante quegli anni al posto del sindaco, in pieno fascismo, ed è difficile ipotizzare che qualcuno fiatasse. La sommossa del 1931 era ancora fresca, con la sua scia di sangue e arresti. Ragionevole pensare che il recinto fu eretto e tutti siano stati zitti, non andava molto di moda la libertà, per la gioia di chi era al potere, dal Comune in su. Eppure, non mancò a Montenero qualche episodio di eroismo al limite del reato. Nel settembre 1942 una donna fu multata perché girava con un maiale in piazza, ovviamente non dentro la villa, era recintata. Attenzione: 1942, centro di Montenero ancora in gran parte in terra o ghiaia, una donna multata perché aveva con sé un maiale. Suo marito, intanto, era al fronte e lei sfamava la famiglia come poteva, compreso allevando quel maiale. Prese le sue difese un soldato in licenza che si confrontò animatamente con il vigile. Questi gli disse di rivolgersi al podestà, se proprio voleva che quella multa fosse stracciata. Il soldato non se lo fece ripetere e, una volta in municipio, tanto si agitò che piantò il pugnale da miliziano fascista sul tavolo, bucando legno e multa. Eroismo estremo, si diceva: la multa fu stracciata, si sorvolò sull'offesa a pubblico ufficiale, tutto per un maiale che girava in un paese agricolo, mentre il mondo era infiammato dalla più sanguinosa delle guerre.
Il recinto fu dotato di un cancello davanti al monumento ai caduti, quando questo fu costruito, nel 1951. Pochi anni dopo, nel 1958, la villa comunale fu di nuovo ristrutturata e il recinto sparì. Sindaco in quel periodo era Emilio Gabriele, ma è difficile dire se l'intervento fosse un'idea della precedente amministrazione comunale, guidata da Mario Contatore. Erano tutti e due di tendenza politica moderata, se non democristiana. La parola libertà non era più un tabù, via anche quel recinto.
Arrivando ai nostri giorni, e all'annunciata volontà di recintare sia pur solo il parchetto con i giochi per i bambini, è difficile non ripensare a quel tempo. Chiudere perché? Un motivo si trova sempre e sicuramente anche nel 1934 chissà quanti ne aveva il podestà. Con ogni probabilità era più che convinto nel rendere il più bel giardino del paese qualcosa di simile al cortile dove, chi nella vita ha commesso errori gravi, passa la cosiddetta ora d'aria. Ora si vuole farlo per i bambini, "per tutti un'ora d'aria e di gloria" direbbe Gabbani. E, se così sarà, qualcuno dovrà far arrivare loro le foto e il racconto di come la dottrina del recinto a Montenero si ripete ogni un centinaio di anni.
Anni Trenta, si vedono la cassa armonica e le persone al di là del cancello

Anni Quaranta, durante una festa

Metà anni Cinquanta, villa ripresa dalla chiesa

Metà anni Cinquanta, edificato il monumento ai caduti e davanti a  esso il cancello

Inaugurazione monumento ai caduti, 1951

Anni Cinquanta, inquadratura da accanto al monumento

Anni Sessanta, villa aperta, fontana al centro, le persone possono fruire dei giardini pubblici

Si ringrazia per la concessione delle foto storiche Antonio Assogna
La schermata sulla pagina Facebook “Simona Contucci sindaco” (clicca qui per leggere il post)

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