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Montenero - Real Isernia, rissa e spari. Assolto il dirigente rossoblu che sparò al termine della partita

La Redazione
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MONTENERO DI BISACCIA. Calcio Montenero – Real Isernia. Un “big match” d’eccellenza molisana con un pizzico di far-west. Non era una finale ma doveva essere semplicemente una partita di vertice, i fatti risalgono al 27 febbraio 2011. Sul rettangolo di gioco il risultato fu di parità (0-0) ma al di fuori del campo ci furono 4 feriti, un colpo esploso da una pistola e una rissa che coinvolse tifosi, giocatori e dirigenti delle due squadre. I padroni di casa recriminarono la negazione di un rigore, la tensione a fine partita era salita notevolmente basti ricordare che da Isernia arrivarono 200 tifosi a tifare il Real. I tafferugli iniziarono a fine partita dapprima i tifosi, poi i giocatori ed infine i dirigenti. P.T. all’epoca dei fatti dirigente della squadra rossoblu, era a bordo della sua auto una Fiat Croma mentre cercava di varcare l’uscita dello stadio De Santis, quando veniva preso di mira dalla squadra ospite. Calci, pugni e scazzottate all’auto, P.T. veniva tirato fuori dalla sua vettura mentre aveva con se l’incasso del botteghino. Fu lo stesso P.T. ad estrarre la pistola e sparare un colpo. In quei giorni anche le attenzioni della cronaca nazionale accesero i fari sulla vicenda. A distanza di 9 anni si è concluso l’iter giudiziario con l’assoluzione piena per P.T sul quale pendeva l’accusa colposa di eccesso di legittima difesa e detenzione abusiva di arma da fuoco poiché il porto d’arma era scaduto e non rinnovato. La dottoressa Tiziana Di Nino, giudice monocratico del Tribunale di Larino ha assolto P.T. perché il fatto non sussiste. Grande soddisfazione arriva dall’avvocato Diego Sabatino che ha difeso nelle aule del Tribunale l’ex dirigente del Montenero Calcio. “Siamo molto soddisfatti – afferma Sabatino e il suo assistito - per l’esito del processo e per l’assoluzione ottenuta dopo tanti anni. Anche il Tribunale di Larino ha riconosciuto la nostra innocenza, così come aveva già fatto quello di Roma a seguito di una diffamazione che aveva perpetrato nei confronti del mio assistito un prestigioso quotidiano sportivo nazionale”.

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