Partecipa a Montenero Notizie

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Quando i giorni sono musica: gran concerto dei Pooh ieri a Termoli

L'evento all'arena del mare, dove lo storico complesso ha ammaliato migliaia di spettatori con i successi spalmati durante oltre cinquanta anni di carriera. E pensano al sessantennale

Condividi su:

TERMOLI. Alle 21:20 a qualcuno scappa "questi prima delle dieci non cominciano...". Chi scrive è quasi tentato di tranquillizzarlo: in genere, da sempre, spaccano il minuto, alle 21:30 si spegneranno tutte le luci, zittiranno la musica di sottofondo e compariranno sul palco. Dieci minuti dopo va esattamente così: il concerto di apertura dei Pooh del tour 2024 inizia.
Un rapido saluto con la mano e si parte con l'inconfondibile intro di Amici per sempre, per cui tocca a Dodi Battaglia avviare lo spettacolo con una delle quattro Stratocaster scelte dal suo sterminato set di "compagne di viaggio", come le chiama lui, che alternerà durante la serata. Sin da quel primo riff di chitarra la scenografia si presenta all'altezza del blasone: alla Pooh, il meglio, come fanno almeno dai lontani anni Settanta. Poi la prova del nove: come si sentirà quando entreranno gli altri strumenti ad affiancare la Strato verde oliva di Dodi? Il risultato è sempre alla Pooh: suono perfetto, sembra di essere in sala di incisione, si distinguono tutti gli strumenti e le voci. Non è sempre così nei concerti.
Lo show è partito e come consuetudine i primi brani sono carichi, elettrici: Rotolando respirando, Stai con me, Canterò per te.
Il resto sono due ore e mezza di musica, una sequela di successi che anche chi dice di non conoscere la loro musica poi si ricrede (Dammi solo un minuto, solo per fare un esempio).
Parlano poco Battaglia, Roby Facchinetti e Red Canzian. Suonano molto e ringraziano il pubblico che a sua volta ringrazia loro per questi oltre cinquant'anni di emozioni. Riccardo Fogli, l'amico di una vita, compare nei brani storici di quando era ancora coi Pooh (Tanta voglia di lei, Nascerò con te, Pensiero ecc.), ma anche quando c'è da ricordare Stefano D'Orazio, batterista e paroliere morto nel 2020 e mai dimenticato dagli "amici per sempre". Infine per lui un "regalo": canta con i Pooh Storie di tutti i giorni, con cui vinse Sanremo nel 1982, quando aveva lasciato il gruppo da una decina di anni.
Il suono resta perfetto per tutto il concerto, anche se quel volume che si alza da un certo punto in poi fa pensare, specie gli addetti ai lavori, che stiano testando l'impianto. In fondo il concerto di Termoli, la data zero, è stato aggiunto quando il calendario era già bello e finito: e la data zero è una prova generale. Più che riuscita ieri sera. Sullo schermo dietro i musicisti sono proiettate immagini, disegni, caleidoscopi a tema con le canzoni. È tutto così limpido e luminoso.
Le luci vanno perfettamente a tempo con la musica e ce ne sono centinaia. Sono i Pooh, bellezza!
A mezzanotte in punto lo show finisce, ultima canzone come consuetudine negli ultimi anni è Chi fermerà la musica e poi l'annuncio che non vogliono fermarsi, anzi che pensano già al sessantesimo anno di attività del gruppo, che ricorrerà fra due anni. Pooh infiniti. 
All'uscita c'è chi si rammarica per l'assenza de La mia donna, a qualcun altro sarebbe piaciuto il rock di Lettera da Berlino Est, oppure la coppia che tiene per mano la figlia che si chiama Alessandra, e non è certo un caso, e l'avrebbe voluta ascoltare la canzone del 1972. Ma sono talmente tanti i brani dei Pooh. Se il mondo assomiglia a voi non siamo in pericolo.

Condividi su:

Seguici su Facebook