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Finisce al Tar anche la questione del depuratore della Marina

Ieri presentato il ricorso dall'Arap contro l'ordinanza regionale che vieta il trattamento di certi rifiuti, ritenuti responsabili dei cattivi odori

La Redazione
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MONTENERO DI BISACCIA. Alla fine il ricorso al Tar è arrivato e come consuetudine è stato presentato quasi al limitare della scadenza dei termini. L'Arap servizi porta davanti al Tribunale amministrativo regionale il Comune di Montenero di Bisaccia e la Regione Molise. Obiettivo della società, che gestisce il depuratore di contrada Padula, ottenere l'annullamento del provvedimento con cui la Regione vieta il conferimento di taluni rifiuti presso l'impianto dal 15 giugno al 30 settembre.
Ieri la notifica, appena alcuni giorni prima della scadenza dei termini, da qui l'esigenza di costituirsi in giudizio anche per l'amministrazione comunale montenerese, chiamata in causa.
Una vicenda che si trascina da anni ma che negli ultimi mesi ha visto sviluppi più decisivi. Perché su insistenza della sindaca di Montenero Simona Contucci la Regione Molise ha emanato l'ordinanza che vieta il conferimento di rifiuti diversi da quelli canalizzati. In pratica stop ai camion, passano durante il periodo estivo solo i rifiuti che arrivano tramite la fognatura. L'impianto di contrada Padula si trova nell'entroterra poco distante dalla spiaggia di Montenero, ma serve anche le Marine di San Salvo e Vasto, secondo un vecchio accordo risalente agli anni Ottanta. 
La puzza, questo il dilemma, si sente solo al mare di Montenero. Da qui un braccio di ferro che nei mesi scorsi ha visto contrapporsi i vertici dell'Arap da un lato, la sindaca Contucci e altri esponenti regionali, come l'assessore Andrea Di Lucente, dall'altro. 
Il 23 maggio scorso l'ordinanza che ha vietato nel periodo estivo il trattamento dei rifiuti ritenuti responsabili dei cattivi odori. I primi risultati sono sembrati incoraggianti, Monteneronotizie ha monitorato la situazione nei primi quindici giorni tramite propri osservatori fidati e cronisti sul posto. La puzza, questo il parere diffuso, è sparita.
Ciò che restava da verificare, però, era l'atteggiamento che avrebbe tenuto la ditta danneggiata dal provvedimento, poiché il mancato trattamento di taluni rifiuti si traduce inevitabilmente in mancato introito per l'Arap servizi.
Ieri il ricorso al Tar Molise, affinché sia annullato "inaudita altera parte" il provvedimento regionale n. 2787 del 23 maggio 2024. Dopo quasi due mesi di silenzio l'Arap si fa viva, ma come detto è tipico presentare i ricorsi all'ultimo, e chiede con una certa urgenza (senza sentire l'altra parte) che i giudici amministrativi si pronuncino. Ne consegue che anche la giunta comunale ha dovuto con sollecitudine redigere la delibera che autorizza la sindaca Contucci a resistere in giudizio.
Facile dedurre che il primo obiettivo per la società del depuratore sia ottenere la sospensiva, in maniera da riprendere la normale attività al più presto.
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