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Ufficiale il nome della ditta per l'asilo nido. L'opera che ha fatto accelerare il Comune come un F35

L'impresa di Vasto ha avuto la meglio su altre due, inizio lavori entro la fine dell'anno. Nel frattempo continua la tensione fra uffici comunali e amministratori

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MONTENERO DI BISACCIA. Confermata l'anticipazione di qualche giorno fa: è stata un'impresa di Vasto ad aggiudicarsi i lavori per trasformare l'ex terminal bus in asilo nido. L'ufficializzazione nella determina pubblicata ieri sull'albo pretorio del Comune. Si tratta della Peluso Costruzioni srl, con sede nella vicina città abruzzese, e che secondo la veloce tabella di marcia imposta dal Ministero finanziatore dovrà iniziare entro meno di due mesi.
L'opera riguarda la trasformazione dell'ex terminal bus di viale Europa, costruito negli anni Novanta ma mai usato per lo scopo originario. Anni dopo lo stretto e lungo locale è stato sede della Protezione civile, di nuovo abbandono pluriennale, i segni del tempo, finché nella scorsa primavera l'amministrazione comunale non ha deciso di farvi un asilo nido pubblico. L'occasione da un finanziamento Pnrr che prevede la trasformazione di strutture esistenti, ma non destinate in precedenza ad asilo nido. 400mila euro i fondi messi a disposizione dal Ministero dell'Istruzione. 
Dopo un avvio nella norma, un'accelerazione improvvisa, vale a dire quando il finanziamento è diventato atti concreti, sui quali il Ministero ha imposto la tempistica: entro fine ottobre aggiudicare i lavori. Il seguito è una corsa contro il tempo che ha visto lavorare alacremente amministratori e tecnici comunali, per altro nel pieno di un tormentato riordino dei settori municipali. Si è fatto in tempo: il progetto il soli undici giorni, la gara affidata all'Unione dei Comuni che riconsegna le carte con adeguato anticipo per consentire le ultime procedure di controllo sulla ditta aggiudicataria. Un qualcosa che fa a cazzotti col mantra dell'attuale maggioranza spesso ascoltato negli ultimi quattro anni: i tempi della pubblica amministrazione sono lenti. Dipende, avrebbe detto Luca Goldoni.
Tornando all'aggiudicazione dei lavori, è pertanto confermata l'indiscrezione uscita qualche giorno fa su Monteneronotizie. La Peluso Costruzioni srl ha sede a Vasto ed ha vinto la procedura negoziata grazie a un ribasso del 18,57 per cento, equivalente a 37mila euro che diventano quindi somma a disposizione dell'amministrazione comunale per il progetto in questione.
Questo in base ai dati ufficiali, ma è sempre dalle indiscrezioni che si deve attingere per avere qualche informazione in più. Oltre alla Peluso hanno partecipato altre due imprese, una della provincia di Isernia l'altra di Melfi. Una delle due avrebbe richiesto un sopralluogo sulla struttura, cosa che ragionevolmente, come tutto il resto, deve aver richiesto tempestività di azione. In altri termini, tutto è stato fatto molto in fretta e si può supporre che sia stato difficile persino dare uno sguardo al rudere da trasformare in asilo nido. 
Tant'è che poco dopo la procedura era terminata: il 25 ottobre l'Unione dei Comuni ha restituito al municipio di Montenero la determina con il nome della ditta aggiudicataria. Appena in tempo per le verifiche di rito (casellario giudiziario ecc.) e il 30 era tutto terminato, c'era un appaltatore. Alla velocità della luce, l'archetipo dei tempi lunghi della pubblica amministrazione improvvisamente abbandonato.
Infine, come si accennava, tutta la procedura si è svolta mentre in municipio aleggia una certa tensione per il rinnovo dei settori. Il più coinvolto dei quali è proprio l'Ufficio tecnico, di recente diviso in urbanistica-lavori pubblici e manutenzione. Ciò che ha causato malumori negli ambienti municipali, burocratico e politico, oltre a costare 53mila euro solo da qui alla fine del mandato amministrativo dell'attuale maggioranza. Poi si vedrà. Eppure chi sta gestendo tutte queste procedure caratterizzate da un'accelerazione che manco i caccia militari di ultima generazione? Lo stesso dirigente che da anni è a capo dell'Ufficio tecnico e che quindi regge ancora urbanistica, lavori pubblici e manutenzione, aspettando che lo scorporamento voluto dalla giunta diventi effettivo. Detto altrimenti, per mandare avanti gli ultimi grandi progetti gli amministratori comunali sono "costretti" a ricorrere ancora ai servigi di chi fra poco relegheranno alla manutenzione (inutile nascondere che si tratta di una specie di retrocessione, sebbene senza conseguenze sulla retribuzione).
Fra un po' dalle grandi e complicate procedure di appalto, ma anche progettazione quando il Comune lo fa in proprio, allo sfalcio dell'erba e alla sostituzione di lucchetti rotti.
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