MONTENERO DI BISACCIA. Negli ultimi tempi pare essersi infittita la corrispondenza fra vari indirizzi monteneresi e la Prefettura di Campobasso. E se un caso è tipico, l'altro è almeno singolare, se non unico nella storia locale. Perché da un lato può succedere che i consiglieri di minoranza lamentino al prefetto in persona l'essere trattati con sufficienza da chi ha il potere. Dall'altro lato c'è la firma che continua a comparire a quasi quattro anni di distanza dalla fine di un incarico. E non su un foglio qualunque, ma su ingiunzioni di pagamento per multe. Di più, i destinatari sono informati a scaglioni, secondo il livello di potere parrebbe.
Meglio dividere i due casi e procedere con stretto ordine cronologico.
La lettera al prefetto di Gianlunca Monturano e Fabio De Risio. I consiglieri di minoranza del gruppo Montenero che rinasce hanno lamentato come ancora una volta non sia stato convocato il Consiglio comunale dopo loro richiesta. Questa è stata fatta il 19 dicembre (in verità alle dieci di sera) e ieri (2 gennaio) ancora niente convocazione. Monturano e De Risio specificano che la scadenza è l'8 gennaio, fra cinque giorni. Vien da supporre che non confidino più di tanto nel fatto che sarà convocato un Consiglio entro tale data, da qui il ricorso al prefetto. Qui si potrà dire che ci sono le feste di mezzo, non anche nel caso che segue.
La firma fantasma, l'arrivo ai destinatari differito secondo l'importanza del grado, il silenzio, il rimbrotto del prefetto. L'antefatto è che la firma del capo settore della vigilanza, dopo quattro anni dalla fine del contratto, compare su documenti ufficiali. In particolare è l'ingiunzione a un cittadino per il pagamento di una multa che in calce riporta ancora il nome di Rossano Giannetti quale "responsabile del procedimento". Detto in maniera più semplice, in una comunicazione ufficiale con la prefettura risulta comandante dei vigili chi non lo è dal gennaio del 2021. La scoperta è avvenuta perché nella casella di posta elettronica dell'ex dirigente è arrivata la mail di notifica.
L'evidenza è che nel sistema si sia verificato un qualche errore in un qualche ufficio, non necessariamente comunale. Ma è quello che succede dopo che fa assumere alla vicenda aspetti ancora più singolari: il silenzio assoluto e finanche i solleciti al Comune dal prefetto. Ecco come sono andate le cose.
Giannetti scrive una mail certificata al Comune il 5 dicembre 2024, nella quale spiega l'anomalia della sua firma che ancora compare su quei documenti. La pec è indirizzata al sindaco e a tutti gli altri dodici consiglieri comunali, di maggioranza e minoranza. Il documento arriva di primo mattino ed è girato a sindaco, segretario comunale e Ufficio vigilanza; non anche agli altri dodici consiglieri comunali.
Il 9 dicembre l'ex capo dei vigili scrive anche al prefetto di Campobasso (e per conoscenza a tutti i consiglieri comunali) e spiega l'accaduto, ma anche di non aver ancora ricevuto risposta.
Il giorno dopo la mail è girata a sindaco, diversi funzionari municipali e, stavolta, anche ai quattro assessori. Mancano ancora altri otto consiglieri comunali (minoranza e maggioranza), ai quali però arriva ventiquattro ore dopo all'incirca, l'11 dicembre 2024.
Il documento è così in mano a tutti in via ufficiale, perché pare che per altre strade già fosse conosciuto dai destinatari finora trascurati.
Dalla prefettura scrivono il 24 dicembre, Vigilia di Natale, chiedendo "urgente, diretto riscontro".
Passa Natale e pure Capodanno, oggi è il 3 gennaio 2025 e la risposta ancora non arriva. Lo strano caso della firma fantasma e il silenzio che segue potrebbe finire in Consiglio comunale, secondo indiscrezioni. E lì rispondere sarà un obbligo.