MONTENERO DI BISACCIA. Quasi il dieci per cento in meno, circa centottanta luci che non si accendono più, mentre le nuove domande si attestano su numeri varie volte inferiori. Continua l'emorragia di utenze per le lampade votive al cimitero. Anche se non nelle proporzioni osservate nel 2023, i dati del 2024 confermano una tendenza che va avanti da qualche anno: sempre più cittadini inoltrano la domanda per rinunciare alla lampadina sulla lapide dei propri cari. Il perché sembra evidente, ma prima è il caso di analizzare i numeri, per avere idea delle dimensioni del fenomeno. Insolito, va da sé.
Nel 2018 il numero di utenze delle lampade votive era di 1303, nel 2023 sono diventate 1176. Centoventisette in meno, il 9,75 per cento. Ma se nei primi anni, dei sei analizzati, la diminuzione era irrilevante, cioè poche unità all'anno, a partire dal 2021 inizia l'impennata degna del campione di motocross Antonio Cairoli. Da 1288 si passa a 1176 in due anni. Centododici utenze in meno e nel da poco finito 2024 l'emorragia non sembra essersi arrestata. Sessantatré le disdette, a fronte di poco più di dieci nuove richieste. Un bilancio decisamente a favore di chi la lampadina a basso voltaggio non la vuole più davanti alla tomba dei propri parenti. Un bilancio decisamente a sfavore del Comune, sul cui rendiconto finanziario la voce "proventi illuminazione votiva" continua a essere di oltre venticinquemila euro (più Iva). Cifra che evidentemente non basta a fornire un servizio accettabile, che soddisfi le utenze.
Perché non è certo un mistero il motivo per cui così tanti, e solo ultimamente, rinuncino alla lampadina votiva. Basta ascoltare le persone in giro per scoprire che interi blocchi di loculi sono al buio, da tempo, nonostante le segnalazioni al Comune. Si tratta di parti del cimitero costruite decenni fa, i cui impianti cominciano a mostrare il fianco. Sarà , intanto ogni anno tanti dicono basta pagare una bolletta (modesta a dire il vero) per qualcosa che non c'è. E non sarà un caso che la maggior concentrazione di disdette è contenuta nel mese di dicembre: in tempo per non pagare nel nuovo anno, ma anche dopo averne aspettato uno nella speranza che si aggiustasse il servizio.
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