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L'illusione Mitsubishi e la leggenda Siv

Molto rumore per nulla, ultimo appuntamento: quando i miti doppiano la realtà

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MONTENERO DI BISACCIA. Un’illusione e una leggenda distanti tra loro una quarantina d’anni. Accomunate dal comparto della grande industria, separate dal fatto che almeno una di esse si realizzò, ma nel territorio confinante. Eppure una leggenda, come tale immortale in barba a qualunque smentita, vuole ancora oggi che quella grande industria fosse in realtà prevista sul territorio di Montenero. Nell’ultimo appuntamento con “tanto rumore per nulla”, serie di articoli dedicata alle grandi opere prospettate o ipotizzate e poi non fatte, ci occupiamo di due grandi progetti che solo nella fantasia, o quasi, hanno riguardato il centro bassomolisano. Procediamo con ordine.

L’illusione della Mitsubishi.
Si cominciò a vociferare sull’approdo della Mitsubishi a Montenero a fine anni Novanta. Enorme industria, migliaia di posti di lavoro e la speranza che si ripetesse il miracolo osservato negli anni Sessanta e Settanta a San Salvo e Termoli con la Fiat e la Siv. Attenzione a quest’ultima, la ritroveremo fra poco. La voce, che si diffuse in Comune e in paese in un lampo, pare provenisse da ambienti di sinistra, governativi e sindacali, addirittura in ambito nazionale. Era l’epoca del governo targato Ulivo. A Montenero in quegli anni arrivava finalmente l’atteso nuovo Piano regolatore, che prevedeva una zona industriale in contrada Padula, quindi separata da quella di San Salvo solo dalla strada provinciale. Si poteva fare, forse, ma il sogno di vedere la Mitsubishi evaporò così com’era arrivato, senza nessun atto concreto e nulla che andasse oltre quelle voci, par di capire. In compenso la centrale turbogas, opera concepita come complementare e sicuramente non foriera della stessa quantità di posti di lavoro, fece penare non poco la maggioranza in Comune. Un progetto effettivamente presentato, poi naufragato come riportato nell’articolo di qualche giorno fa.

La madre di tutte le leggende monteneresi.
Pronti a giurarci sono in parecchi, d’altronde quando un sentito dire va avanti per decenni, senza smentite o quasi, è normale che si creda davvero che la Siv, anziché a San Salvo, fosse prevista sul territorio di Montenero. Pertanto nessuna meraviglia se dopo le righe che seguono il mito continuerà a circolare e nutrirsi delle sue stesse inconsistenze probatoria e storica. Eppur si muove, vien da dire, se nemmeno ci si prova…
Secondo la leggenda a inizio anni Sessanta la Società italiana vetro (Siv) anziché San Salvo avrebbe scelto Montenero per insediarsi. Solo dopo il rifiuto di quest’ultimo il mega stabilimento avrebbe ripiegato per il paese confinante. Iniziava così lo sviluppo prima industriale, poi turistico, che avrebbe portato il centro abruzzese dai 4200 abitanti del 1961 ai quasi ventimila odierni. Nel frattempo Montenero li ha solo persi.
Ma davvero gli amministratori comunali dell’epoca rinunciarono a un’occasione così appetibile? Naturalmente no e si consideri che erano anni in cui l’insediamento delle fabbriche non incontrava opposizione di alcun tipo. E’ ragionevole supporre che Montenero rinunciasse, così deliberatamente, quasi in modo masochistico? Le cose non sono andate così e per questo, sia pur nella consapevolezza che la leggenda sopravvivrà, ecco in breve come si svolsero i fatti.
Nel 1961 Enrico Mattei, presidente dell’Eni, scoprì un appetibile giacimento di metano a Cupello. Gli abitanti del paese abruzzese subito si riunirono in comitato per chiedere che la nuova risorsa si traducesse in sviluppo, attraverso fabbriche da costruire sul posto. Da qui a protestare, quando scoprirono che invece il gas sarebbe stato dirottato a Roma con un nuovo metanodotto, il passo fu breve. Blocchi stradali, scontri con forze dell’ordine, alla fine i politici locali e Mattei presero in mano la faccenda. Così nel dicembre 1961, in un convegno organizzato dalla Camera di commercio di Chieti e dalla Democrazia cristiana, si iniziò a parlare di un nucleo industriale del Vastese e di un primo grande insediamento. I cupellesi erano ancora delusi, di nuovo protestarono ma infine dovettero rassegnarsi di fronte al parere dei tecnici, che videro in piana sant’Angelo a San Salvo l’ubicazione ideale per la Siv. Stabilimento che nel giro di qualche anno entrò in piena produzione e che oggi si chiama Pilkington. Fu l’inizio dello sviluppo di San Salvo ma, come si vede, Montenero e il Molise non entrarono mai minimamente nei pensieri di Enrico Mattei e dei tecnici. Si ignora come sia nata la leggenda, ma in fondo non serve: sopravvivrà e basta.

Pertanto molto rumore per nulla, e tante chiacchiere, anche per l’illusione della Mitsubishi e per la leggenda della Siv. Anche se quest’ultima a San Salvo è diventata realtà e ha fatto lavorare negli anni anche molti monteneresi. Tornando ai nostri giorni, si sta parlando molto del South Beach, mega progetto che prevede una serie di grattacieli, edifici, canali e tanto altro alla marina di Montenero. I quasi cinque milioni di metri cubi di costruzioni ipotizzati stanno facendo discutere non poco, dividendo sostenitori e detrattori. Questi ultimi particolarmente attivi, anche nei centri limitrofi. Va da sé che il dibattito politico, locale e regionale, è acceso più che mai.
Fra vent’anni il tratto di litorale montenerese a sud del Trigno sarà occupato dal South Beach o ci sarà qualcuno che scriverà ancora “molto rumore per nulla”?

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La turbogas: regina delle opere mai fatte

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