MONTENERO DI BISACCIA. Fu definita ultramoderna e dopo la consegna fece saltare sulla sedia l'intera giunta comunale per il suo prezzo. Eppure è ancora lì, intatta come il primo giorno, ci rimarrà ancora ed è quella che sta durando di più. Parliamo della fontana al centro della Villa comunale, nella parte superiore, e l'occasione arriva da alcune foto scattate a suo tempo da Gorizio Pezzotta e da poco pubblicate su Facebook da Antonio Assogna, che ne custodisce l'archivio.
Le cose andarono così. Nell'ottobre 1985 l'amministrazione comunale (Partito comunista più lista civica) pensò di rinnovare completamente la Villa comunale e presentò il progetto in Consiglio. I lavori iniziarono tempo dopo, durarono tutto l'inverno 1987 e una buona metà dell'anno seguente. Era infatti luglio quando furono tolte le onduline zincate intorno alla Villa e la si poté vedere ristrutturata, così come appare ancora oggi. La fontana era stata cambiata: al centro aveva un'opera di bronzo, grande 1,5x4 metri, realizzata da Giuseppe Calgione, che la chiamò Le ali della libertà. Raffigurava infatti degli uccelli stilizzati.
Artista e imprenditore di lungo corso, montenerese doc, Calgione aveva stretto un accordo con l'amministrazione comunale: realizzare un'opera per la fontana chiedendo in cambio il solo rimborso per le spese sostenute. Nessun compenso personale.
E' evidente, però, che su quanto potesse costare tutto quel bronzo la giunta comunale non aveva la più pallida idea. Perché quando furono mostrate tutte le fatture, la cifra arrivò a 75 milioni di lire dell'epoca (poco meno di quarantamila euro) e rese necessaria una variazione di bilancio imprevista, con tanto di mutuo ad hoc. Intanto Le ali della libertà diventava parte dell'arredo urbano. Lo è ancora.
Le reazioni politiche. Già prima che iniziassero i lavori, precisamente nel marzo 1987, la minoranza aveva contestato l'opportunità della ristrutturazione della Villa e definito la fontana ultramoderna; non piaceva alla Democrazia cristiana e alla lista civica rimaste all'opposizione, per farla breve. Ma tant'è, l'opera di bronzo fu realizzata e montata poco prima della metà di luglio 1988.
Le reazioni della gente comune. Va detto che non piacque subito, non a tutti almeno e, d'altronde, è troppo pretendere che un'opera d'arte possa essere capita dal primo istante. Ma a distanza di trentaquattro anni è ancora lì, pressoché intatta. Il suo autore ha lasciato anche parecchie altre opere in paese e non solo; basti pensare ai bronzi tuttora visibili a San Giovanni Rotondo, Roccaraso, in Calabria e tanti altri centri in varie parti d'Italia. Durante i festeggiamenti per la vittoria ai Mondiali di calcio, nel 2006, la fontana fu presa d'assalto e alcuni giovani, per fortuna magri, salirono con certa beata incoscienza persino sull'opera di bronzo di Calgione. Giorni dopo gli fu raccontato da chi scrive e, dopo un attimo di sconcerto, il suo commento fu: "non l'ho fatta per farci arrampicare le persone, però se ha tenuto vuol dire che è fatta bene". Dovesse arrivare qualche altro successo sportivo nazionale, in ogni caso, sarà meglio non rischiare la propria incolumità per testare ancora la resistenza di Le ali della libertà. Regge eccome.
Come nel febbraio 2019, quando ci fu una prova ben più dura per la fontana: il vento forte da nord sradicò un albero, che cadde in parte anche su essa. La scultura di bronzo resisté, solo un'ala di un uccello si incrinò leggermente. Ci fosse stato ancora, per l'autore sarebbe stata un'altra conferma che la sua creatura era forte e in salute. Giuseppe Calgione era morto un anno prima, a novant'anni e dopo una vita che definire piena è con ogni probabilità riduttivo.
L'attuale fontana della Villa comunale è quella che sta durando più a lungo, le due precedenti infatti non arrivarono ai quindici anni ciascuna. E' ragionevole pensare che Le ali della libertà rimarrà al centro di Montenero, durevole come il bronzo sa essere e pazienza se all'epoca ci volle una variazione di bilancio che mise in difficoltà il sindaco Nicola D'Ascanio e l'assessore Marcello Borgia. In fondo, ne valse la pena.
Officina artigiana del fabbro Enrico Subranni, dove furono approntati gli accessori e i supporti per l'opera di bronzo, luglio 1988
Da sinistra Giuseppe Calgione ed Enrico Subranni, luglio 1988
Fase del montaggio dell'opera sulla fontana in fase di costruzione, estate 1988
L'opera di bronzo montata sulla fontana, ancora da terminare, Villa comunale nel frattempo riaperta al pubblico, agosto 1988
L''opera sul libro di Giuseppe Calgione “Cento bronzi poetici”
Giuseppe Calgione nel 2007
L'albero sradicato e finito sulla fontana, febbraio 2019