MONTENERO DI BISACCIA. Non serviva un comizio per riempire la piazza ogni domenica, ma certo la campagna elettorale per le comunali aveva anche all'epoca il suo fascino e qualcuno in più usciva se c'era da ascoltare chi voleva entrare in Consiglio. La foto proposta è contenuta nell'archivio di Antonio Assogna, pubblicata come consuetudine sulla sua pagina Facebook e, nel caso in esame, scattata da Gorizio Pezzotta.
Siamo nel 1985, tra la fine di aprile e gli inizi di maggio, sul palco sta parlando Armando Benedetto, sindaco uscente. Non è candidato con la Democrazia cristiana, bensì con una lista civica centrista, chiamata Spiga. Questo perché la balena bianca si è spaccata a Montenero, paradossalmente dopo essere finalmente riuscita ad amministrare cinque anni filati senza dover ricorrere al soccorso rosso del Partito comunista italiano, come nel 1970 e 1975.
Accanto ad Armando Benedetto c'è Marcello Borgia, che è il capolista. Non diventerà sindaco, bensì vice, perché la Spiga farà un clamoroso accordo con il Partito comunista italiano, capeggiato allora da un giovane Nicola D'Ascanio. Questi insisterà per diventare lui il sindaco. Sarà l'inizio di una lunga carriera, ma in questa sede ci si vuole soffermare su quella primavera 1985 e sulla foto che riporta a quel tempo.
Accanto al palco di colore chiaro usato dalle forze moderate, quale è la Spiga, c'è quello verniciato rosso vivo del Pci. Un particolare cui vale la pena di fare attenzione questo. I partiti all'epoca tenevano i comizi sullo stesso palco, o accanto come in questo caso perché i compagni ne avevano uno proprio, e nemmeno contemplavano l'idea di farli contemporaneamente per un infantile (e spesso sballato) gioco di conta di consensi e voti. Detto altrimenti: dove c'è più gente si vince? Mica vero, mica sempre, come si incaricheranno di dimostrare i fatti negli anni successivi alla foto proposta.
Parlava un partito e subito dopo l'altro. Punto, semplice, lineare, liberale, democratico.
Il fosso fu saltato anni dopo e precisamente nel 2005, anche se quella volta il blitz non riuscì. Il trucco era prenotare le ultime quattro ore di comizio dell'ultima sera (il venerdì precedente le elezioni) e poi "rivendere", concedere agli avversari la prima parte della serata. L'illusione, pia allora come oggi, era che parlando per ultimi si potesse replicare e quindi avere la meglio due giorni dopo alle urne. Nel 2005 a prenotare tutte le ore fu l'allora minoranza, nella quale militava colui che non poteva sapere che sarebbe diventato sindaco nella tornata successiva: Nicola Travaglini. Si cominciò a ipotizzare di parlare in contemporanea, in luoghi distanti, come previsto. Invece alla fine i comizi non si tennero, perché l'aggravarsi delle condizioni di salute di papa Giovanni Paolo II fece annullarli in tutta Italia. A Montenero l'oltraggio della democrazia riuscì a metà .
Ma ovviamente a rimediare ci si pensò la volta successiva, ossia nel 2010. Questa volta il comizio in contemporanea ci fu davvero l'ultima sera: in piazza due delle liste, in largo Roma (porta Mancina) la terza. Democrazia schiaffeggiata, gli spettatori meno "legati" alle varie fazioni liberi di farsene beffe facendo la spola fra i due palchi percorrendo via Marconi. In largo Roma gli allora dipietristi (fra loro c'era l'attuale sindaca Simona Contucci all'epoca con ruoli di partito e non ancora eletta), offrirono anche scrippelle e bicchieri di vino.
Nel 2020 il comizio in contemporanea non ci fu l'ultima sera, bensì nelle settimane precedenti. Simona Contucci in largo Roma, dove evidentemente voleva lavare l'onta subita dieci anni prima, quando le elezioni le perse la lista da lei sostenuta. Fabio De Risio in via Garibaldi, trecento metri più in là . Piuttosto che i contenuti, l'argomento principale divenne dove vi fossero più spettatori. L'ultima sera il comizio non ci fu in contemporanea, per fortuna, ma in palchi diversi sì. La Contucci in piazza, De Risio in via Valentina. Si vide la massa di gente spostarsi e sembrò che vi fossero addirittura più spettatori nel secondo comizio. Poi il risultato fu nettamente a favore della Contucci, a dimostrazione, servisse ancora, che non sempre contare gli spettatori è affidabile termometro per dedurre quanti voti si avranno.
Tornando alla foto del 1985, al palco rosso e a quello bianco, al "Bandiera rossa" che un musicista locale riarrangiò in chiave moderna con tastiere e accompagnamento elettronico Solton, i comizi in contemporanea, come l'illusione di contare o peggio fanatizzare oltre misura i propri sostenitori, almeno non si vedevano. Non come in seguito almeno.