Partecipa a Montenero Notizie

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

La sindrome del 1983 e del 2008: l'aiuto dalla minoranza che poi diventa predominante

In due foto due storie molto diverse ma con una similitudine, congelano l'attimo del massimo splendore prima della tempesta

Condividi su:

MONTENERO DI BISACCIA. Due foto separate da un quarto di secolo, caratterizzate da protagonisti completamente diversi, eppure con qualche similitudine. È un paragone meno azzardato di quel che può sembrare quello tra una foto del 1983 e un'altra del 2008: in entrambi i casi una forza politica era al suo apice ma non poteva immaginare la tempesta che l'attendeva appena dopo l'orizzonte. La caducità degli eventi o il cigno nero che dir si voglia, che l'obiettivo di una reflex non può prevedere, ma può congelare l'attimo prima, quando andava ancora tutto bene.
Nel giugno del 1983 l'incontro con il candidato alla Camera Florindo D'Aimmo si svolse nel cinema Lylia. Le elezioni si sarebbero tenute a fine mese e avrebbero visto trionfare la Democrazia cristiana con il 53,56 per cento dei voti, staccando di venti punti e di 868 voti l'avversario di sempre, il Partito comunista italiano. Ma nel cinema, il giorno in cui fu scattata la foto, era in gioco anche un'altra competizione, forse quasi più accesa di quella con i comunisti. D'Aimmo era infatti il rappresentante di una delle due principali correnti democristiane del Basso Molise; l'altra faceva capo a Girolamo La Penna, storico esponente Dc, deputato, senatore, sindaco di Temoli ecc. D'Aimmo, viceversa, nel 1983 tentava per la prima volta la scalata a Montecitorio, dopo aver ricoperto, con successo, la carica di presidente della Regione Molise.
In sintesi, il 27 giugno '83 più che trepidare nell'attesa di sapere di quanto avrebbero staccato i compagni, i maggiorenti democristiani locali pensavano a battere la corrente avversaria. Alla fine il risultato di D'Aimmo e La Penna a Montenero si rivelò abbastanza equilibrato e tutti e due conquistarono un posto alla Camera. Ma di lì a poco la divisione in correnti avrebbe comunque avuto ripercussioni anche sulla politica locale, sull'amministrazione comunale.
La Democrazia cristiana era saldamente al potere in municipio, forte e inattaccabile, capace di opere pubbliche ma anche di qualche cattedrale nel deserto. Il trionfo alle politiche la conferma del suo stato di salute. Chi poteva immaginare la tempesta che si profilava? Nessuno.
Tant'è che due anni dopo alle comunali la Balena bianca arrivò divisa e si presentò in due liste, una ufficiale con lo scudocrociato e una civica (Spiga). Quest'ultima pur di non allearsi con la ormai nemica Dc lo fece con il Partito comunista. Una spaccatura di cui approfittò un giovane Nicola D'Ascanio, allora trentatreenne capolista Pci, che diventò sindaco e di fatto avviò una lunga carriera politica che lo avrebbe portato ai vertici regionali. A niente servì quando Dc e Spiga ritrovarono l'unità nel 1989, Montenero era lanciato verso la lunga stagione della sinistra prima, del centrosinistra poi. Ma capita col passare degli anni, coi corsi e ricorsi della storia, che questa si ripeta a parti più o meno invertite.
Nell'agosto 2008, venticinque anni dopo, era tutto diverso e anche Montenero era completamente cambiato. Basti dire che la foto proposta è stata scattata durante l'inaugurazione del primo tratto di lungomare, un qualcosa di inimmaginabile non solo nel 1983, ma anche per molti anni a seguire. Il centrosinistra era a capo del Comune ininterrottamente dal 1993, oppure dal 1985 se non si considerano due brevi e poco influenti interruzioni. E nel frattempo era arrivato Antonio Di Pietro. 
Questi alle politiche di qualche mese prima aveva preso, con la sua Italia dei valori nella sua Montenero, quasi il 55 per cento dei voti. Basti pensare che il centrodestra, allora guidato da Silvio Berlusconi, era andato poco oltre il 25 per cento nel paese che, imprudentemente, aveva definito come ospitante un solo laureato, il farmacista.
In sintesi, nel 2008 la corazzata progressista con importanti innesti di centro era inaffondabile nel centro bassomolisano. Erano gli anni in cui Montenero era considerato "silicon valley" della politica molisana, poiché sfornava esponenti di spicco, non solo Di Pietro, nonostante le sue ridotte dimensioni. Per farla breve, che in Comune si potesse battere la maggioranza in carica era semplicemente impensabile; tant'è che chi sedeva in minoranza non ci pensava.
La foto proposta rappresenta perciò il momento di massima potenza del centrosinistra montenerese, i motori avanti tutta, inaugurazione di opere pubbliche con un parterre così ricco da rischiare di rompere l'otturatore delle fotocamere per i troppi scatti.
Eppure, il cigno nero può arrivare quando meno ce lo si aspetta. Perché di lì a un anno le tensioni che si stavano producendo nello scacchiere progressista, e che si cercavano di domare se non nascondere, deflagrarono. Capricci vari, progetti che non andavano bene più dopo averli sostenuti, villette che non avrebbero mai visto la luce ma che potevano servire a dar fastidio, il centrosinistra si auto flagellò. Alle comunali del 2010 arrivò praticamente frazionato in tutte e tre le liste, ma chi ne approfittò più di tutti fu Nicola Travaglini. Diventò sindaco alleandosi con una parte degli avversari di sempre e in fondo qualcosa di simile, con altri protagonisti, era avvenuto nel 1985. E come tanti anni prima una spaccatura divenne l'occasione dapprima per entrare nelle stanze del potere, poi per inocularci le radici: il centrodestra, sia pur con più di qualcuno che improvvisamente ha dimenticato le radici di sinistra, è ancora al potere.
In conclusione, le due foto del 1983 e del 2008 hanno in comune l'aver impressionato sulla pellicola in un caso, memorizzato sulla sd nell'altro, il momento di massimo splendore prima della caduta. In ambedue i casi la forza staccata nettamente alle politiche è stata chiamata due anni dopo in soccorso per risolvere le beghe interne. In tutti e due i casi quella forza minoritaria ha poi preso il sopravvento una volta assaggiata la poltrona.
Foto ottenuta unendo due immagini. A sinistra Florindo D'Aimmo nel 1983 (foto Carlo Caserio, archivio Antonio Assogna). Nell'altra immagine del 2008 (foto Rossano D'Antonio) in primo piano il sindaco Giuseppe D'Ascenzo, dietro da sinistra Antonio Di Pietro, Nicola D'Ascanio, Michele Borgia, Adriano Potalivo, Mauro Natalini.

Condividi su:

Seguici su Facebook