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Giulia D'Antonio: può e deve esserci un Molise migliore, non rassegniamoci

La Redazione
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Comunicato di Giulia D'Antonio, candidata alle elezioni regionali del Molise con il Partito democratico:
Da troppi anni sento dire che “qua non funziona niente”. Vi suona familiare? Lo avete detto o sentito dire anche voi? Temo di sì.
Io stessa a volte ho paragonato il Molise ad altre regioni dove invece si vive meglio: succede dove si hanno volontà e capacità non solo di immaginare, ma di prendere in mano le criticità e risolverle in modo efficace e pratico. È sempre stato questo il mio approccio alle cose, tanto nella vita privata quanto in quella lavorativa e politica; e così intendo fare anche stavolta, con la mia candidatura al Consiglio regionale. 
Una scelta maturata in modo naturale all’interno del Partito Democratico, in cui milito da anni, anche nella segreteria regionale, e dopo oltre due anni da consigliera di minoranza nel mio Comune, Montenero di Bisaccia. La mia determinazione sta anche in questo: nel rimboccarmi le maniche e non mandare avanti altri al posto mio, ma confrontarmi in prima persona con una sfida difficile e ambiziosa. La comunità molisana – e di conseguenza il suo elettorato – è sempre più esigente, ma anche sfiduciata, come è normale che sia dopo il disastro amministrativo di Toma e della sua giunta, oggi ricandidata in blocco. 
Il gioco del centrodestra è evidente: mascherare i vecchi (politicamente prima che anagraficamente) responsabili dei fallimenti dietro un candidato governatore nuovo, che da solo non può in alcun modo rappresentare un cambiamento. Né si può cadere nell’argomento fasullo del “finalmente un governatore bassomolisano”: non basta essere termolese per far valere le istanze del basso Molise; prova ne sia il fatto che una donna a capo del Governo non sta affatto aiutando le donne, anzi.
In campagna elettorale risuonano sempre le stesse parole: lavoro, salute, ambiente, famiglia, servizi, territorio, istruzione… Parole fondamentali, certo, che quasi sempre restano però concetti astratti. Contenitori vuoti. Bisogna riempirli invece di significato e di obiettivi specifici, anche modesti magari ma davvero realizzabili, e che siano ragionati con tutti i singoli o i gruppi che ne necessitano. 
Quello che intendo fare è prendere alcune di queste parole, quelle che sul mio percorso ho conosciuto meglio e che mi stanno più a cuore – “ambiente”, “salute”, “territorio” e “sociale” – e proporre soluzioni specifiche ai problemi che per ciascuna si pongono. In queste settimane ve ne illustrerò alcune sia incontrandovi personalmente, sia sulle mie pagine Facebook e Instagram, dove vi invito a seguirmi.
Vogliamo continuare a rassegnarci e piangerci addosso, vedendo come unica soluzione quella di andarcene da qui, o vogliamo ripensare un Molise che funziona?
Solo ora abbiamo l’opportunità di imboccare questa nuova strada, con Roberto Gravina presidente.

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