MONTENERO DI BISACCIA. La domanda non è tanto se, ma quando, come e con quali toni accadrà , e quali effetti avrà lo scontro stasera. È infine arrivato il gran giorno, il secondo gran giorno, quello del Consiglio comunale della verità , dove oltre a eleggere il nuovo presidente, si parlerà finalmente della crisi che attanaglia la maggioranza.
Dodici gli ordini del giorno che saranno discussi a partire dalle 18:30, come sempre nella centralissima sala consiliare. Secondo il programma stilato dal vice presidente del Consiglio Gianluca Monturano si dovrebbe iniziare con le interpellanze riguardanti la maretta in maggioranza. In sintesi si chiede di spiegare cosa sia successo agli esclusi dalla giunta nel rimpasto di inizio agosto, Tania Travaglini e Andrea Cardinali, ma anche alla sindaca Simona Contucci che li ha silurati dopo i noti postumi velenosi delle elezioni regionali. Argomenti che erano in programma nel precedente Consiglio, quello che si è tenuto poco prima di Ferragosto e che è finito col clamoroso abbandono della maggioranza. Sempre a firma dei due esponenti di minoranza Fabio De Risio e Gianluca Monturano sono altre interpellanze su Marina, Social card, gestione incendi ecc. così come quella che chiede al sindaco quando intenda dimettersi, facendo seguito alla delibera approvata dai due gruppi di minoranza, e dagli ormai ex maggioranza Cardinali e Travaglini, nel noto Consiglio choc dell'11 agosto.
Terminata la serie di interpellanze dei due, arriverà l'elezione del nuovo presidente del Consiglio, in seconda battuta, poiché nella prima, sempre nel famoso Consiglio choc, non fu raggiunto il quorum richiesto di otto voti. Stavolta basterà la maggioranza assoluta, teoricamente, e il perché lo si spiega fra qualche riga. Nel frattempo occorre segnalare l'ordine del giorno presentato dagli altri due consiglieri di minoranza, Nicola Palombo e Giulia D'Antonio, che riguarda la crisi amministrativa e il rimpasto di giunta. A differenza di un'interpellanza consente l'intervento a tutti, non è un botta e risposta a due.
Quanto al quorum, la partita è più che mai aperta. Come detto la volta scorsa alla maggioranza non sono bastati i sette voti che ha dopo la cacciata dalla giunta di Cardinali e della Travaglini. Questi, difatti, hanno votato diversamente dagli alleati, a quel punto diventati platealmente ex. Ma subito dopo Simona Contucci, quattro assessori e due consiglieri di maggioranza si sono alzati e sono andati via, non ritenendo si potesse continuare il Consiglio sotto la direzione di Monturano. Secondo alcuni cattivoni che li hanno ascoltati una volta usciti, pare fossero convinti, sbagliando clamorosamente, che sarebbe saltato il numero legale e che quindi la seduta sarebbe stata sciolta. Invece il numero c'era, bastano sei consiglieri: quattro di minoranza, due ex di maggioranza erano lì.
Il giorno dopo la nota che ha scatenato ancora più polemiche: i sei di maggioranza (la Contucci non c'è tra i firmatari), hanno sostenuto che la seduta fosse irregolare, addirittura illecita (è tutto protocollato). Al quindicesimo rigo di pagina due la parte che apre un vespaio di interpretazioni e che, è stato evidenziato nei giorni scorsi anche da Monteneronotizie, contraddice i comportamenti e le dichiarazioni della stessa maggioranza. Questa, in sostanza, scrive che se in una seduta c'è un solo argomento che richiede un quorum funzionale, cioè maggiorato come nel caso della presidenza del Consiglio, tutti gli altri argomenti in agenda ne necessitano. Otto presenze, in pratica, anche per discutere interpellanze e qualsiasi altra cosa per cui, in normali condizioni, basterebbero sei consiglieri presenti. Teorema contestato subito da Nicola Palombo, già dalla prima riunione di capigruppo.
Ma quello stesso teorema, per paradosso, potrebbe rivoltarsi contro la maggioranza stasera. Perché fra gli argomenti c'è una proposta di modifica allo statuto, firmata da tutti e quattro i consiglieri di minoranza. Si tratta di una materia che richiede il cosiddetto quorum funzionale, almeno otto voti. Ne deriva che secondo l'assunto dei sei di maggioranza, la famosa nota, anche tutti gli altri undici ordini del giorno richiedono questo quorum funzionale. Tradotto ancora meglio: per eleggere Cabiria Calgione nuova presidente del Consiglio non basteranno nemmeno stasera i sette voti di cui dispone oggi la maggioranza, ma occorreranno di nuovo otto, poiché c'è un argomento che richiede il quorum maggiorato. Sono stati loro stessi a scriverlo (protocollo n. 11242 del 14/08/2023), precisamente alla quindicesima riga della seconda pagina.
Va precisato che questo assunto è stato subito contestato dai consiglieri di minoranza, dal più diplomatico Palombo all'atteggiamento quasi di beffa di Monturano. Ma va da sé che sarà argomento di scontro.
Infine l'ordine degli argomenti. Più che prevedibile che anche oggi la maggioranza chiederà e otterrà , avendo i numeri per farlo, l'inversione. Pertanto si procederà subito all'elezione del presidente del Consiglio: difficile che la sindaca Simona Contucci e i suoi sei sodali accettino che un'intera seduta sia condotta da un avversario. Significa che subito potrebbero essere chiamati a esprimersi sul quorum funzionale: quanti voti occorrono?
Si torna così alla domanda di apertura: lo scontro arriverà sin dai primi minuti?
Nella foto Andrea Cardinali (a sinistra), Tania Travaglini (al centro) e Simona Contucci (a destra) durante uno degli ultimi momenti in cui sono andati d'accordo e si sono fatti vedere insieme