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I perché della crisi amministrativa svelati a metà

Le diverse versioni nella maggioranza sulla bagarre che l'attanaglia dalle regionali. Dure accuse reciproche tra i due ex assessori e la sindaca Contucci. Nicola Travaglini il convitato di pietra

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MONTENERO DI BISACCIA. Nella celebre massima giornalistica delle cinque W sarebbe why: perché sono stati cacciati dalla giunta Tania Travaglini e Andrea Cardinali. E la domanda che arriva subito dopo: è stata data una risposta nel Consiglio comunale di mercoledì? La risposta è sì, forse non proprio, però. E allora è dedicato al perché il primo degli articoli di approfondimento dopo la riunione dell'11 ottobre, una delle diverse destinate a rimanere alla storia in questa amministrazione di Simona Contucci.
Argomento del contendere è l'ormai tormentone politico dell'estate e, si suppone, di questo inizio di autunno: perché la sindaca ha cacciato dalla giunta i due assessori (uno anche vice sindaco) a inizio agosto? C'entrano le elezioni regionali dove la maggioranza si è divisa nel sostenere due suoi candidati?
Diversi pareri sono stati esposti nell'ultimo Consiglio comunale, dove si è parlato del tema, ma solo perché i due gruppi di minoranza hanno letteralmente costretto, con ordine del giorno e interpellanze, a riferire i diretti interessati. Sia chi ha esautorato, sia chi lo è stato.
La versione di Tania Travaglini. L'ex assessora ha preferito rispondere punto per punto alle domande poste nell'interpellanza. È stata esclusa da qualche riunione di maggioranza già prima delle elezioni regionali? Sì. E dopo le elezioni? Sì. In questi tre anni di mandato si è sentita emarginata nel suo ruolo di assessora? Sì. Conosce le motivazioni che hanno portato la Contucci a non appoggiarla alle regionali? Risposta: "il sindaco venne a conoscenza della mia candidatura ancor prima di me, a quanto pare aveva mostrato entusiasmo (…)", così come avrebbe fatto in seguito con la Travaglini di persona. "Poi non so cos'è successo (…)", ma si sa che la Contucci ha appoggiato Fiorenza Del Borrello, per altro convincendo gli altri di maggioranza a fare lo stesso e, in sintesi, andare contro la Travaglini. 
Altra domanda è stata se conoscesse le motivazioni che hanno portato la sindaca a estrometterla dalla giunta. "Evidentemente non siamo più funzionali ai suoi obiettivi – la risposta – o forse non lo siamo mai stati dal 23 settembre 2020". Ancora: l'estromissione è stata annunciata già prima del Consiglio del 28 luglio, quando i contrasti sono sembrati superati? No. È stata silurata a causa del suo risultato elettorale, migliore di quello dell'avversaria? Risposta: credo che in parte sì. Ultima domanda: la sindaca dovrebbe dimettersi? Sì.
La prima risposta di Simona Contucci. La sindaca ha dapprima ricordato di aver personalmente composto la lista a suo tempo, a sottolineare come tale scelta abbia influito sul risultato elettorale, che in sostanza non sarebbe qualcosa di personale. "Dire che il consigliere è forte a prescindere dal sindaco è impossibile" il suo commento. In pratica, detto in voti, non devo niente a Cardinali e alla Travaglini. Poi in maniera sibillina ha parlato della poca esperienza che può portare a "degli inciampi (…)" che "quando sono determinati anche da atteggiamenti legati al dover supportare qualche scelta personale (…) sorge un problema". Quali fossero queste scelte personali non è stato dato sapere. Poi la Contucci ha parlato della candidatura alle regionali, dicendosi convinta che il ragionamento "dovesse essere fatto insieme ad altri colleghi" e "anche insieme ad altri possibili candidati del territorio". Il riferimento è all'allora sindaco di Petacciato Roberto Di Pardo, poi eletto in Regione, sostenuto dalla sindaca.
Quanto alle riunione di nascosto ai due dissidenti la netta smentita: "nessuno ha fatto pre maggioranze e nessuno ha fatto maggioranze di nascosto. Infine, si suppone, una spiegazione della fiducia verso gli ex assessori di colpo venuta a mancare. "Io sono diventata l'oggetto degli attacchi personali, da parte degli ex (…), una questione di rapporto fiduciario bilaterale che si era incrinato". In altre parole la Travaglini e Cardinali avrebbero tradito il proprio mandato amministrativo. I dettagli, di nuovo, destinati a rimanere custoditi tra i muri del municipio.
La versione di Andrea Cardinali. Esclusi da riunioni di maggioranza prima delle elezioni? In pratica sì, perché la riunione di maggioranza dove si è discusso della candidatura della Travaglini, era stata preceduta da una "pre riunione" senza loro due. "Assolutamente sì" invece la risposta alla domanda sull'esclusione da riunioni di maggioranza dopo il voto regionale. Cardinali ha ricordato la famosa sera della festa di san Paolo, quando era ad ascoltare i 99 Posse ignaro che i suoi (ex) alleati stessero in municipio. Poi ancora l'11 luglio. "Alla richiesta al sindaco sul perché non eravamo stati invitati, ci è stato detto che avevano fatto l'analisi del voto", il commento di Cardinali, "solo della Del Borrello? E Tania con chi si era candidata, in un altro paese?". Alla domanda se mai si sia sentito escluso durante i tre anni di mandato, l'ex vice ha risposto di aver "ripetutamente chiesto al mio sindaco di condividere e di fare maggioranze di continuo, perché tutti dovevano sapere (…)". Poi anche per Cardinali il quesito sul mancato appoggio della Contucci alla Travaglini alle regionali. "Sinceramente non l'ho capito", la risposta, ma ne "siamo usciti con le ossa rotte (…), Tania è stata la prima eletta (a Montenero n.d.r.) e il giorno dopo siamo stati cacciati senza che neanche ce lo dicesse in faccia". Ancora la domanda sul motivo dell'estromissione dalla giunta ad agosto: "non siamo più funzionali". Ma anche il ricordo del sostegno dato in campagna elettorale e l'affondo dicendo "il sindaco non sa neanche chi l'ha votata (…), ma dopo tre anni e mezzo evidentemente non eravamo più funzionali". Anche per lui la domanda se sapesse in anticipo dell'estromissione: "assolutamente no". Infine, deve dimettersi? "Non lo posso dire, ma oggi abbiamo un risultato che non è quello dei votanti".
Il secondo intervento di Simona Contucci. La sindaca ha ribadito che la candidatura di Tania Travaglini era da vagliare, insomma da discutere con gli altri in maggioranza e anche da valutare in un discorso di filiera. Detto diversamente, una discussione allargata anche al altri Comuni. E di nuovo il rapporto fiduciario: "elemento imprescindibile (…) e certamente non è legato a queste regionali (…)".
Foto: da sinistra Tania Travaglini, Simona Contucci (in piedi) e Andrea Cardinali

La versione di Claudio Spinozzi. "L'altra parte della maggioranza è venuta a conoscenza della probabile candidatura di Tania Travaglini a mezzo stampa" le parole del vice sindaco. Detto altrimenti, il percorso andava condiviso prima e non "portando sul tavolo la decisione della candidatura". Spinozzi ha quindi affermato che "parte di quella maggioranza non era a conoscenza" dell'idea che l'altra parte di maggioranza stava portando avanti, specificando che "tutti avevamo diritto di condividere" essendo parte di una squadra. In definitiva nessuna preclusione sul nome "se il discorso fosse stato fatto a monte".
Foto: Claudio Spinozzi

La versione di Nicola Marraffino. Il neo assessore ha detto di ritenere "i colleghi ancora in maggioranza", ma anche che hanno vissuto questa metà abbondante di mandato come dei "separati in casa" col resto della squadra di Simona Contucci. Traduzione e conferma a quanto sostenuto anche dagli interessati: i problemi arrivano da più lontano. Tant'è che poco dopo: "ai consiglieri Travaglini e Cardinali dico: avete sempre risposto e seguito quello che è l'epicentro, il sindaco Simona Contucci, o avete anche risposto a terze persone molte volte?".
Foto: Nicola Marraffino

La versione di Fiorenza Del Borrello. Anche lei neo assessora dopo il rimpasto di inizio agosto, ha esordito dicendo "non siamo burattini di nessuno". Era la risposta a chi, Fabio De Risio dalla minoranza, tacciava gli avversari di essere schiacciati dal giogo della sindaca. Inoltre "la mia candidatura (alle regionali n.d.r.) nasce dalla condivisione di un gruppo di maggioranza, non è stata dettata da altre logiche o da forze esterne". Per caso il sottinteso era che quella della Travaglini, viceversa, è stata spinta da "forze esterne"?
Foto: Fiorenza Del Borrello

L'ultimo intervento di Simona Contucci. "La condivisione si ottiene anche con la presenza" ha detto rivolta ad Andrea Cardinali, sottintendendo così le sue assenze. Poi: "nessuno ha messo nessuno fuori dalla maggioranza, anzi la porta è sempre stata aperta, quelle sono decisioni che attengono alla vostra sfera e alle vostre valutazioni". Una sorta di apertura di credito in extremis: se volete potete restare in maggioranza. A quali condizioni?
Tornando al tema di apertura, al perché i due assessori sono stati silurati dopo le regionali, emergono diversi punti di vista in maggioranza. O almeno in quella che di essa rimane, essendo ridotta a sette. La sindaca ha sempre insistito sul rapporto di fiducia venuto meno, ha addebitato ai due la frattura. In altre parole, ci entrerebbero poco o niente le regionali a suo avviso. Eppure gli altri hanno parlato eccome delle elezioni, dell'essersi trovati di fronte al fatto compiuto della candidatura della Travaglini. Aspetto questo, che sarà trattato in un successivo articolo.
Infine vi è il convitato di pietra che non può mancare in ogni crisi amministrativa che si rispetti. Il suo nome è stato pronunciato nel Consiglio di ieri l'altro soltanto da Andrea Cardinali, per la maggioranza, e da Nicola Palombo per la minoranza. Si tratta di Nicola Travaglini. Ma chi può dire se si riferissero a lui parlando di forze esterne, terze persone, scelte personali dei due ex, visto che sono molto legati all'ex sindaco?
È noto che ha sostenuto l'omonima Tania alle regionali, è arrivato con aria quasi guascona quando gli scrutini stavano dando ragione a lui e facendo toccare i musi a terra agli altri di maggioranza. Subito dopo lo scatenarsi della crisi amministrativa, per altro confermando tensioni più o meno latenti da molto. Si può anche dire che le regionali non c'entrassero, ma il tempismo dice altro, dice che c'è un convitato di pietra scomodo per Simona Contucci. Il suo nome, di nuovo, è Nicola Travaglini. Quel nome che la sindaca non è mai riuscita a pronunciare in pubblico, pare in giunta sì. Quel nome, con relativi consensi determinanti alle elezioni comunali del 2020, del quale le malelingue vogliono abbia provato a liberarsi sin dal primo giorno. Un nome che è tornato in occasione delle regionali e che è difficile non ricollegare alla crisi, all'azzeramento, alla spaccatura in maggioranza che resta e pare non sia facilmente sanabile. Un nome che la Contucci ha provato a esorcizzare e finora si è fatta male. Anche se ha ancora una maggioranza, la sua leadership si può ritenere ancora forte come lo è stata fino al 2022?
Già, il convitato di pietra.
Foto: Simona Contucci e Nicola Travaglini nel 2019, lui era sindaco, lei assessora

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