VASTO. Sandro Panicciari è come un sindaco più dimenticato degli altri, ma sotto la sua (breve) reggenza l'amministrazione comunale ha non solo realizzato diverse grandi opere, ma anche e soprattutto dato la spinta finale a una visione avviata anni prima. Basti pensare a parcheggio coperto in centro, stadio, villa comunale nella parte inferiore, ristrutturazione completa di scuole, ma su tutti la variante al Piano regolatore. Era attesa e in lavorazione da anni, Panicciari e la sua squadra tirarono la non facile volata finale. Fu con quello strumento che si avviò lo sviluppo costiero atteso (e strombazzato) da decenni, oltre che ridato fiato a un'edilizia locale all'epoca agonizzante.
Monteneronotizie ha voluto sentire il parere di chi dopo quell'esperienza è sparito dalla scena politica, lui che veniva dalla scuola di partito montenerese e che quando arrivò in municipio sapeva già dove mettere mano. Ma anche colui sotto il quale cadde l'amministrazione di centrosinistra, nel più inaspettato dei modi, quando la coalizione fra moderati e progressisti sembrava inscalfibile. Uno che questo l'ha pagato in prima persona, ma che non pare serbare rancore. Infine l'occasione per chiedergli qualcosa anche sull'attualità del suo paese di origine. Non resta che dare la parola a Sandro Panicciari.
Sindaco di Montenero di Bisaccia dal 1997 alla fine del 1999, amministratore nei cinque anni precedenti, sicuramente persona formata nei partiti di allora, il Pci-Pds in particolare. Cosa resta di quel periodo dopo tanti anni e quando da tempo non vive più a Montenero?
"È stata una esperienza formativa, dal punto di vista politico e anche personale. I partiti per come li avevamo conosciuti si erano sgretolati, ma di questo avremmo avuto piena consapevolezza solo negli anni successivi. Si stava delineando quella che Sigmund Bauman ha definito società liquida. In ogni caso, cercare di risolvere i problemi della mia comunità è stato comunque appagante. Nella vita, poi, ci sono problemi e difficoltà , ma a distanza di tanti anni, sono contento di aver provato a dare una mano".
Le cose più importanti fatte in quei quasi tre anni?
"Accelerare i lavori pubblici, che dovevano essere realizzati da anni, come il nuovo stadio, il rifacimento del palazzetto dello sport, della scuola elementare in piazza della Libertà . E ancora: provare a programmare una nuova idea del territorio, con il patto territoriale Trigno-Sinello o il Piano regolatore".
Ha citato il Piano regolatore generale, la cui variante era attesa da anni e che sotto la sua amministrazione ebbe la spinta finale. Poi però fu di fatto applicato, e per così dire goduto, dal suo successore. Qualche rammarico per questo?
"No. Forse lo strumento urbanistico, con le opportune integrazioni e modifiche, avrebbe potuto portare frutti più copiosi, a beneficio della comunità . Ma la storia non si fa con i se e i ma".
Ha parlato anche di diverse opere fatte nel giro di pochi anni, ultimamente non se ne vedono più, almeno non con quella frequenza. Eravate più bravi?
"Non credo di doverlo dire io. Quello che è certo è che il lavoro paga. In quegli anni, da assessore comunale e poi da sindaco, sono andato decine di volte a Campobasso, a cercare di risolvere le difficoltà di ordine burocratico. Lei mi sta dicendo che qualche risultato si è visto.
Sulla mancanza di opere pubbliche nel periodo attuale, sono perplesso. Con il Recovery fund lo Stato ha messo a disposizione degli enti locali delle somme imponenti, come non si vedeva da decenni. Chieti, Pescara, stanno mettendo in opera progetti enormi. Fatte le debite proporzioni, si poteva fare un discorso analogo anche nel nostro Comune. Solo, bisognava lavorare e studiare settimane e mesi, per mettere in campo progettualità innovative. In questi ultimi anni i soldi ci sono stati, per quelli bravini".
Sempre in tema Prg, in quegli anni fu rivisto, approvato e poco dopo come accennato diede i suoi frutti, dando linfa a settori come l'edilizia o l'atteso sviluppo costiero. Una nuova variante al Piano regolatore si dice che serva da anni, ma è un tema dimenticato dalle ultime tre amministrazioni. È così difficile metterci mano?
"Andrebbe potenziato lo sviluppo costiero, non con colate di cemento come con il complesso Le Nereidi a San Salvo, ma con uno sviluppo equilibrato del territorio. Ciò potrebbe avvenire solo con il coinvolgimento di tutte le categorie produttive e del territorio. Pertanto, si dovrebbe adottare la massima trasparenza nei processi decisionali, dialogando con il proprietario dei terreni della marina. Non è tempo di faccendieri o di oscuri mediatori. A tutela della legalità , sarebbe opportuno un protocollo d'intesa con magistratura e forze dell'ordine, un po' come con il modello in uso all'Aquila da anni. Nel rispetto dell'ambiente, prevedere un numero adeguato di alberghi e strutture ricettive, che necessitano di personale qualificato. Basta villette a schiera e grattacieli, che arricchirebbero solo i costruttori e farebbero sorgere qualche sospetto sulla provenienza di quei capitali. Strutture belle, non gli obbrobri di cui l'Italia è piena".
In sostanza, il Prg dovrebbe tornare nell'agenda amministrativa montenerese?
"Dipende dagli interpreti. È un tema che va maneggiato con molta cura".
L'amministrazione Panicciari andò avanti spedita per due anni, poi successe qualcosa. Arrivò la crisi, specie quando lei si avvicinò al neonato partito di Antonio Di Pietro. Dimissioni, fine anticipata del mandato che nessuno immaginava fino a qualche mese prima. Qual è la versione del principale attore che, va detto, in tutti questi anni è stato in disparte rispetto alla narrazione di quei fatti?
"Rivangare questioni dopo tanti anni non penso abbia più senso. A distanza di quasi un quarto di secolo, però, mi fa piacere che ci si riferisca alla mia esperienza amministrativa con simpatia. I riconoscimenti sono quasi sempre postumi. Ma fa parte delle regole del gioco".
Vive a Vasto dove fa l'avvocato dal 2002, segue almeno un po' le vicende del suo paese di origine? Segue la politica locale?
"Seguo la politica di Montenero più da lontano, com'è giusto che sia. Sono affezionato al mio paese. Dopo tutti questi anni, mi sento montenerese fino al midollo. Vi auguro il meglio, e non è una frase di circostanza".
Nelle foto in alto Sandro Panicciari oggi e in basso quando era sindaco nel 1998