MONTENERO DI BISACCIA. C'è voluto un anno esatto ma alla fine ce l'hanno fatta: la Commissione è tornata a riunirsi. E alla fine si è deciso di rinunciare, più o meno apertamente, ai membri scomodi di maggioranza. Ammesso che lo siano ancora, in maggioranza.
Si è svolta lo scorso 13 maggio la riunione dell'organo composto da alcuni dei consiglieri comunali, il cui compito è redigere regolamenti, lo statuto in certi casi, in sintesi il lavoro preparatorio di argomenti complessi da approvare infine in Consiglio comunale. Eppure era da un anno che non si riuniva e il motivo, nella sua semplicità da sempre riportato su Monteneronotizie, trova indiretta conferma nell'ultima seduta della rediviva Commissione statuto e regolamenti.
In pratica dopo il litigio in maggioranza fra la componente facente capo alla sindaca Simona Contucci (cioè sette su nove) e i due di indicazione travagliniana, uno degli effetti a lungo termine è stato la paralisi della Commissione. Detto in maniera molto semplice: dopo la crisi e il rimpasto di giunta, la maggioranza della sindaca avendo finito i nomi, e non potendo/volendo inserirci Tania Travaglini o Andrea Cardinali, ha preferito lasciar correre, nicchiare.
Va da sé che il problema non si è risolto, ma dopo dodici mesi di impasse pare si sia arrivati a una soluzione alla montenerese.
La riunione del 13 maggio è stata convocata da Cabiria Calgione. Un impegno che la presidente del Consiglio comunale aveva preso e che ha mantenuto, come le è stato riconosciuto da Nicola Palombo, della minoranza. Questi il principale oratore nel corso della seduta, che ha proposto una modifica al regolamento commerciale, argomento che sarà trattato in un successivo articolo, e sottolineato come la Commissione sia ferma da un anno. Da qui l'auspicio che torni a lavorare e riunirsi regolarmente come nel periodo ante crisi di maggioranza.
Restava pertanto il nodo del terzo membro di maggioranza e della presidenza vacanti, vale a dire da quando Fiorenza Del Borrello, che ne era a capo, diventando assessora automaticamente è decaduta. A spiegare la posizione della maggioranza, dopo un anno di riflessione evidentemente, è stata Cabiria Calgione, che della Commissione è vice presidente. Al momento non ci sarebbe la volontà di ripristinare l'integrità numerica, in altre parole si rinuncia al terzo elemento, quello che di fatto ne garantisce il controllo. Tradotto ancora meglio: piuttosto che farci stare Andrea Cardinali o Tania Travaglini meglio restare ad armi pari. Due di maggioranza contro due di minoranza, consapevoli del rischio che si possa andare al pari e patta, e che pertanto vi sia il rischio che ogni tanto, o spesso, qualcosa non si approvi non essendoci maggioranza.
Come detto c'è voluto un anno, perché era maggio 2023 quando si è riunita l'ultima volta. Dopo di allora le elezioni regionali con tutta la manifestazione della spaccatura di maggioranza, forse latente già da un po'. Infine la cacciata dalla giunta della Travaglini e di Cardinali da parte della sindaca Contucci; poi i due Consigli comunali che rimarranno alla storia per gli errori clamorosi della maggioranza nel conteggiare il numero legale. E nel frattempo non sono mancate difficoltà legate alla paralisi della Commissione. Un esempio su tutti il ricorso vinto al Consiglio di Stato a fine anno, riguardante il numero minimo di consiglieri per presentare mozioni ecc. Lo ha vinto la maggioranza, sebbene quella passata, e prassi voleva che a discutere sul da farsi fosse la Commissione statuto e regolamenti. Ferma, come detto e ripetuto, già da mesi per il motivo detto e ripetuto tante volte.
Adesso una soluzione sembra esserci: si va avanti a quattro. La maggioranza mette in conto il rischio di finire pari, rinuncia al controllo (questa sì che è una novità ) pur di non chiedere agli ex assessori Travaglini e Cardinali di entrarvi. Ciò che di fatto conferma che fra le due fazioni di maggioranza il gelo persiste.
Ma almeno una lacuna è stata colmata. E ancora una volta è stato chiarito un dubbio: a presiedere la Commissione è stata Cabiria Calgione nella veste di vice. La stessa maggioranza che non riteneva Gianluca Monturano nell'agosto scorso nelle condizioni di guidare un (solo) Consiglio comunale, proprio perché vice e non presidente, in altro contesto ma con identiche condizioni lo permette. Lo avevano già ammesso, a denti stretti, adesso c'è un'ulteriore conferma: il vice può guidare i lavori di un organo istituzionale.
Nella foto Nicola Palombo e Cabiria Calgione
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