PETACCIATO. Chi li aveva visti così tranquilli posare intorno a un tipico piatto di inizio anno si era chiesto perché lo fossero. La risposta in parte sembra arrivata oggi: altri due consiglieri comunali sono passati dalla loro parte. Ebbene sì, anche Egidio Di Lena e Ida Romandino hanno abbandonato il sindaco Antonio Di Pardo, la cui maggioranza da dieci passa a otto, il vantaggio diventa così di due soli numeri sugli oppositori. Intanto i tre assessori dimissionari robertodipardiani lanciano strali, ma senza fare nomi.
Ennesimo colpo di scena nel teatrino politico alla petacciatese. Dopo le dimissioni di tre assessori, la fiducia dei nove al sindaco, la supposta imminente ricomposizione di una giunta, arriva la defezione di altri due. I consiglieri Romandino e Di Lena pare siano infatti passati con i dissidenti, che da tre diventano cinque. Ciò che si traduce in due soli numeri di vantaggio per la maggioranza di Antonio Di Pardo, oltre che qualche difficoltà di troppo nel nominare i nuovi assessori. Secondo la norma delle quote rosa, difatti, dovrebbero tornare due donne al posto delle dimissionarie di dieci giorni fa (Lucia Marchesani e Federica Capodaglio). Ma con il passaggio della Romandino nel gruppo dei dissidenti i numeri non ci sono più. Saranno rispettate le quote rosa? E soprattutto si aveva intenzione di rispettarle? Sarà forse perché la Romandino non era fra i papabili che si è defilata dopo l'annuncio di venerdì scorso di voler restare con il sindaco Di Pardo?
Non si sa, certo è che la confusione regna sovrana nel teatrino politico alla petacciatese. Teatrino perché la maggioranza totale, è stata presentata una sola lista alle comunali di giugno, si sta sgretolando.
Intanto i tre assessori dimissionari hanno rilasciato delle dichiarazioni a Termolionline, dove oltre a chiedersi se "in tali condizioni si possa continuare ad amministrare per altri quattro anni e mezzo", puntano il dito contro uno che definiscono "apprendista stregone". Questi "solo fino a qualche giorno fa ci invitava a porre fine a questa avventura e tornare al voto nella prossima primavera", salvo poi essere "folgorato sulla via di Damasco e a distanza di poche ore ha deciso addirittura di entrare in giunta". Segue l'elenco delle incongruenze: dimissioni dall'Unione dei Comuni per mancanza di tempo salvo accettare l'incarico più gravoso in giunta comunale, volontà di inviare delle determine alla Corte dei conti solo pochi giorni fa, auspicio di una "fine prematura della consiliatura", oltre che "aver sempre sottolineato l’inadeguatezza del sindaco a quel ruolo".
Ma qual è il nome che non fanno? Chi è che voleva affossare Antonio Di Pardo e adesso accetta il posto da assessore? Gli indizi portano da una sola parte e, nel caso, si accetta la smentita: Enrico D'Amario. Egli, come scrivono i tre ex assessori "ha sempre svolto il ruolo di consigliere di minoranza in ogni Consiglio comunale". D'Amario, inoltre, è fra i papabili assessori di rimpiazzo sin dalle prime ore dopo le dimissioni choc di dieci giorni fa.
Tornando al tipico piatto di inizio anno menzionato in apertura, a posare intorno a esso qualche giorno fa sono stati Roberto Di Pardo e Nicola Del Re. Ex sindaco e attuale consigliere regionale il primo, il secondo ex assessore e attuale direttore del Consorzio industriale di Termoli (carica squisitamente di nomina politica). L'alleanza con Antonio Di Pardo risale al 2017, prima erano avversari. Una sorta di pax elettorale che ha dato i suoi frutti, poiché il sodalizio è risultato vincente la prima volta e ancor più la seconda cinque anni dopo, nel 2022. Poi Roberto si è candidato alle regionali e dopo l'avvenuta elezione ha dovuto lasciare la carica di sindaco, passata nella dicitura facente funzione ad Antonio (sempre Di Pardo ma non parente). A quest'ultimo qualche volta sarebbe scappata la confidenza: ho dovuto aspettare sette anni per diventare sindaco. Perché alle elezioni del 2024, quelle con solo la sua lista, è diventato davvero primo cittadino.
Una maggioranza senza opposizione che problemi può avere? Invece sono cominciati abbastanza subito, soprattutto quando Antonio ha mostrato di voler una certa autonomia da chi, si dice, gli abbia rinfacciato il merito di averlo portato in fascia tricolore, cioè Roberto. I due sono arrivati presto a litigare, manco sei mesi, e così a inizio anno sono arrivate le dimissioni dei tre assessori di chiara fede robertodipardiana.
Ma tredici meno tre fa dieci, una maggioranza ancora molto solida. E allora perché Roberto Di Pardo e Nicola Del Re si sono fatti fotografare così tranquilli, a tratti impettiti, davanti a una gigantesca padellaccia di maiale, chiamata in dialetto petacciatese "cif e ciaf"? Possibile che dopo non aver centrato l'obiettivo di affossare il sindaco fossero così calmi?
Una parziale risposta sembra essere arrivata oggi: altri due si sono uniti alla loro causa e vanno contro il sindaco Antonio Di Pardo.
Ne troveranno ancora due così da mandare a farsi friggere la maggioranza insieme ai bocconi di cif e ciaf?
Nella foto da sinistra Nicola Del Re e Roberto Di Pardo
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