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Contucci: "vigileremo sul progetto"

Intervista alla sindaca sul South Beach: "importante il parere dei cittadini"

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di Simone Zappitelli e Rossano D’Antonio
MONTENERO DI BISACCIA. Continua a far discutere il progetto South Beach, mega investimento in infrastrutture turistiche e commerciali alla marina, nella zona ancora allo stato naturale a sud del fiume Trigno. Un argomento che, dopo la prima presentazione in Comune l’estate scorsa, sta entrando nel vivo in questi giorni, poiché anche in sede regionale è stata avviata la procedura per consultare i diversi enti coinvolti. Ma anche un tema che divide la comunità montenerese e probabilmente non solo, visto che le modifiche che apporterebbe, a una zona finora mai (o quasi) toccata dall’uomo, sarebbero tali da non sfuggire a chiunque passasse in quel tratto di costa molisana. Dopo gli articoli dei giorni scorsi, uno storico e l’altro di analisi del progetto, abbiamo chiesto il parere alla sindaca Simona Contucci, sicuramente la figura istituzionale più direttamente coinvolta e la cui parola, in un senso o nell’altro, avrà più importanza per i propri concittadini.

Siamo dinnanzi al “solito” progetto da libro dei sogni oppure la fattibilità del South Beach è concreta?
“Si tratta di un progetto sicuramente imponente, rispetto a quelli a cui siamo abituati nella nostra zona – le parole di Simona Contucci -. Se ci sono privati che hanno scelto quest'area e l'hanno ritenuta idonea per un investimento così importante, credo che avranno fatto le dovute considerazioni circa la fattibilità del progetto. Certo non si può prevedere cosa accadrà nel corso dell'iter di approvazione, che prevede tra l'altro il coinvolgimento futuro di alcuni Ministeri. Saremo vigili su tutto ciò che accadrà e, come già detto in altre occasioni in questi giorni, faremo le dovute considerazioni”.

I precedenti del Galaxy One e del villaggio turistico nella zona a mare ci fanno riflettere più del dovuto, tanto rumore e poi il nulla. Sarà diverso per il South Beach?
“Come ho appena detto, non possiamo prevedere il futuro. Attenderemo gli step successivi di questo iter e valuteremo ogni passaggio prima di poter assumere le decisioni più appropriate per quanto di nostra competenza”.

Sindaco, su un tema così complesso, dai risvolti anche tecnici, non teme che possa significare pretendere troppo o anche solo rischiare un giudizio viziato dall'onda emotiva chiedendo il parere ai cittadini?
Credo che qualsiasi forma di un'eventuale consultazione dei cittadini sarà fatta solo dopo aver esplicitato ogni dettaglio di questa iniziativa, quindi non si tratterà di una consultazione basata sull'onda emotiva, ma su argomenti chiari e particolareggiati”.

Pensa perciò che sarebbe possibile informare adeguatamente gli stessi al fine di scongiurare rischi simili, per altro osservati in referendum anche a livello nazionale?
Certo, la nostra amministrazione sta adottando ogni canale di comunicazione possibile per informare la cittadinanza sui temi che riguardano la nostra comunità. Sarà fatto lo stesso anche per questo progetto, nei tempi e nei modi che saranno più utili per i monteneresi”.

Sarebbe il primo referendum cittadino a Montenero, poiché a suo tempo quello sulla centrale turbogas non si fece più. Non teme che, una volta sperimentata, questa formula rischi di diventare una sorta di abitudine? In sintesi, potrebbe succedere che di fronte a ogni scelta difficile ci chiamate a votare?
“Intanto io non ho mai parlato di referendum. Le formule di consultazione dei cittadini su progetti di grande portata possono essere diverse e variegate. In ogni caso noi abbiamo in mente la Montenero del futuro – continua la sindaca Contucci -, che è quella per la quale abbiamo chiesto la fiducia ai cittadini alcuni mesi fa; quindi non abbiamo bisogno di ricorrere alla consultazione popolare per ogni argomento. Di progetti di portata storica però non ne arrivano così frequentemente; forse ne arriva uno ogni trent'anni, quindi non credo sia un problema ascoltare la voce della gente per situazioni di carattere eccezionale, una volta ogni trent'anni, non crede? E poi, se ciò dovesse accadere, non crede che sarebbe una bella forma di democrazia partecipativa?”.

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