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Pierpaolo Palombo: da portiere a arbitro

Le interviste ai protagonisti del calcio montenerese. "Se i ragazzi si divertono sto quasi in disparte, se esagerano faccio capire chi dirige"

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Oggi abbiamo un ragazzo che ha deciso dopo il lockdown di intraprendere una nuova strada. Buongiorno, come ti chiami e quanti anni hai?
“Buongiorno, mi chiamo Pierpaolo Palombo ed ho 18 anni.”
Il lockdown è stato lo spartiacque della tua nuova avventura?
“Si, effettivamente è proprio così.”
Cosa facevi prima della Pandemia?
“Giocavo con la squadra Allievi dell'ASD Calcio Montenero, facevo il portiere.”
Dopo il lockdown hai cambiato, come mai?
“Sinceramente per curiosità, visto che un mio compagno di classe aveva cominciato a parlarmi di questa nuova "sfaccettatura" del calcio e allora decisi di provare anche io. Fare l’arbitro mi incuriosiva molto.”
Attualmente sei l’unico arbitro in attività di Montenero, come ti senti?
“È una cosa che mi inorgoglisce molto, e spero di portare in alto con prestazioni convincenti.”
Come l'hanno presa i tuoi genitori e soprattutto tua madre?
“Quando lo dissi ai miei genitori credevano che non fossi serio. Poi però si sono resi conto che non stavo scherzando; mia madre in realtà è stata la persona che mi ha incoraggiato sin dall'inizio.”
Come li gestisci gli insulti?
“Per gli insulti se partono dagli spalti non gli do peso; però quando mi capita di sentire un genitore incitare il proprio figlio a far del male all'avversario oppure quando gli stessi genitori vogliono che la squadra del proprio figlio vinca con un notevole distacco; ci rimango abbastanza male, mentre in campo tendo a dargli peso solo se continuano ripetutamente a dar fastidio, in primo luogo, agli avversari in alcuni casi anche ai loro rispettivi compagni di squadra e infine a me.”

Questo primo anno ti ha visto protagonista in parecchie partite, pensi di essere già bravo?
“Veramente ho molto da imparare e ce la sto mettendo tutta per crescere sempre di più, anche se si sa, il ruolo dell'arbitro è davvero complicato, anche davanti ad una sacrosanta decisione, c'è qualcuno che non è d'accordo.”
Cosa dici ai giocatori prima della gara?
“Cerco di spiegare loro che il calcio è un gioco e che devono divertirsi, l'unica cosa che raccomando loro è il rispetto e l'educazione.”
Sei un arbitro severo o tollerante?
“Fin quanto mi accorgo che i ragazzi si divertono, cerco di non farmi notare, quando poi esagerano, a quel punto, faccio capire chi è il direttore di gara.”

Quale è il tuo riferimento?
“Il riferimento per eccellenza nel ruolo dell'arbitro è sicuramente Pierluigi Collina poiché ha reinventato completamente il ruolo dell'arbitro, nonché definito da tutti l'arbitro per antonomasia, invece all'interno della sezione mi è difficile inquadrare una sola personalità come riferimento.”
Quale è il tuo arbitro preferito?
“Il mio arbitro preferito è Nicola Rizzoli l'ultimo italiano a dirigere una finale mondiale (Germania-Argentina) al Maracanã; ma se devo sceglierne uno tuttora in attività rispetto anche alle partite che ho seguito, scelgo Luca Massimi che è il primo arbitro Molisano ad aver diretto una gara o comunque essere arrivato in serie A.”
Quale è la tua ambizione?
“Per ora voglio essere realista anche perché molte volte ci è stato spiegato la differenza tra sogno e obiettivo che va detto molte volte può coincidere ma per ora il mio obiettivo è la Prima Categoria.”

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