Conosciamo meglio uno dei protagonisti del Montenero, che ricopre uno dei ruoli più delicati: il portiere.
Flavio Monaca classe 2004 ha vinto il ballottaggio con Spatocco, con cui lo divide una sana amicizia condita da rispetto e complicità.
L'anno scorso faceva parte del Casalbordino che ha vinto il campionato di promozione abruzzese, pertanto si è trovato a vincere 2 campionati di promozione di fila con 2 squadre diverse e soprattutto 2 regioni diverse.
Quando hai iniziato a giocare?
Un caro saluto a tutti i lettori di MonteneroNotizie, Ho iniziato a giocare a 6 anni ho sempre avuto in testa il pallone.
In quale società?
Nella Val Di Sangro.
A quanti anni hai iniziato a pensare di fare il portiere?
Sin da subito ho scelto di fare il portiere, mi ha sempre affascinato quel ruolo.
Quale portiere ti ha ispirato e chi era il tuo idolo?
Sono cresciuto col mito di Buffon, al quale devo metà della mia ispirazione, ma ora come ora mi ispiro molto a Vicario, che usa due diversi modi per parare, l'attacco palla all’italiana e la croce iberica, io mi adatto più alla croce iberica, in modo da chiudere lo specchio della porta all’attaccante o chi per lui.
A 18 anni sei andato a Casalbordino, cosa ricordi di quella esperienza?
Dell’esperienza di Casalbordino avrei infinite cose da dire e raccontare, ma sicuramente la cosa che mi è rimasta più dentro, è stata conoscere persone fantastiche, che sono diventate amici con i quali mi frequento praticamente tutti i giorni, è stata un’annata dura ma bella, resterà sicuramente impressa nel mio cuore e nella mia mente.
L'anno successivo un'altra esperienza, addirittura una regione diversa. Cosa ti ha colpito di più della stagione con il Montenero?
Sicuramente la stagione qui a Montenero mi ha colpito per vari aspetti, su tutti lo stare fuori regione, perché credo che a 19 anni ci vuole comunque un pizzico di follia in più rispetto ad altri, che decidono di restare in squadre per non avere neanche un po’ di minutaggio.
Tra te e Spatocco che rapporto passa?
Tra me e Spatocco è scattata fin da subito la scintilla nel primo stage qui a luglio, non c’è mai stata invidia l’uno con l’altro ma solo tanto tanto bene e rispetto, è un ragazzo d’oro.
C'è una persona in particolare che ti supporta da bambino e soprattutto è il tuo primo tifoso, che mi dici di lui?
Papà è la persona che in silenzio mi sta portando ad avere sempre più fiducia in me stesso e a non mollare mai, sicuramente questa vittoria la dedico a lui, un grande pezzo di eccellenza è anche suo.
Che scuola hai frequentato?
Mi sono diplomato in un istituto industriale come perito industriale.
Adesso puoi vantarti di un primato particolare, a 20 anni non ancora compiuti (il 28 giugno compirà gli anni), hai vinto 2 campionati di promozione, in 2 squadre diverse, ma soprattutto 2 regioni diverse. Cosa provi adesso?
A 19 anni aver vinto gia due promozioni non è molto facile da spiegare, perché durante l’anno non ti accorgi mai di quanto sei forte davvero come gruppo, come squadra, ma soprattutto come individualità, sicuramente ha un sapore diverso questa promozione visto che l’ho vissuta da protagonista, mentre a Casalbordino si era creato un forte legame per via delle amicizie che si sono create all’interno del gruppo ma soprattutto fuori dal gruppo squadra, non hanno prezzo questi ultimi due anni, mi sembra ancora di sognare.
Cosa pensi di questo gruppo?
Se ieri siamo riusciti nell’impresa (che poi impresa non è, perché sapevamo la nostra forza e quella del Baranello) è sicuramente grazie a questo gruppo, che forse si è compattato un po’ in ritardo, ma ha saputo dare quella spinta in più per raggiungere questo traguardo. Sicuramente un grazie voglio rivolgerlo a tutti i senior della squadra, che sono stati duri quando c’era da esserlo, ma allo stesso tempo comprensivi e sempre aperti al dialogo soprattutto con noi fuori quota,e laddove c’è stato qualche errore erano pronti a spronarci a fare sempre meglio.
C'è qualcuno con cui hai legato di più a Montenero e perché?
Sicuramente ho avuto un feeling maggiore con i miei colleghi di reparto Recchiuti e Spatocco, ma due ragazzi con cui ho stretto molto sono stati Luca Benedetto e Silvestri, forse data anche l’età e le cose in comune è stato più facile trovarsi insieme, e condividere tante emozioni insieme.
Hai parlato del grande legame e della dedica a tuo padre, come è giusto che sia, ma c'è qualcun altro nel mondo del calcio che ti senti di ringraziare?
Vorrei ringraziare davvero chi ha creduto in me quest’anno, a partire dal mister Vittorio, ricordo ancora lo scorso anno quando lo conobbi a Vasto Marina, ero impegnato in un torneo di beach soccer e a fine partita mi diede la massima fiducia solo dopo 5 minuti di conoscenza, non dimenticherò mai questo grande gesto di fidarsi di un ragazzo di 18 anni sconosciuto (perché sconosciuto ero) al mondo del calcio e senza esperienza. ci tengo a ringraziare il direttore Gabriele, Franco, Carosella, Federico, il “pres” Nicola D'Aulerio e Michele Silverio, senza questi ultimi due non avremmo svolto neanche un allenamento forse, un grazie anche a Corrado e soprattutto al presidente Pezzotta, sono stati presenti quando c’era da esserlo e non ci hanno fatto mancare mai nulla. Infine vorrei ringraziare una persona a cui dedico questa vittoria, e che nei momenti più difficili in cui ho pensato addirittura di mollare, ha saputo tirar fuori il meglio di me, portando la nave in porto, proprio come un professionista, mi riferisco ovviamente al preparatore dei portieri mister Di Giulio.
Un ultimo ringraziamento poi, vorrei farlo alla mia squadra, in particolare a chi ha avuto l’umiltà ma soprattutto la voglia e l’amore per questo paese e questa maglia, di ricominciare da zero, di ripartire delle macerie, dal basso verso l’alto, mi riferisco al capitano Michele, a Gustavo, ed anche ad Almerindo e Nicola Di Gregorio, in questi 5 anni per i loro piedi, la loro voglia e la loro tenacia, passa tutto questo successo.
Nella gara più importante, ti sei dovuto arrendere perché durante il riscaldamento hai avuto un problema, cosa è successo?
Purtroppo si, l’infortunio è arrivato nel momento più importante della stagione, purtroppo la tensione c’era e durante un’uscita alta ho sbagliato completamente la presa della palla, e ho sentito subito un forte bruciore al dito, e una volta tolto il guanto sono rientrato negli spogliatoi e sono scoppiato in lacrime, il dito ha subito una torsione per la quale ho riscontrato una frattura scomposta del quarto dito della mano destra.
Cosa hai detto al collega Spatocco?
La delusione e lo sconforto stavano facendo da padroni su di me, ma mi sono asciugato le lacrime e ho abbracciato Mattia, dicendo lui di stare tranquillo e che gli volevo bene, ma sapevo di lasciare la porta in mani sicure, Mattia è un ragazzo validissimo e spero di giocare nuovamente con lui il prossimo anno.